Come la fauna nelle grotte carsiche in italia
Come fare una grotta
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Il Parco Nazionale del Gargano, identificato dai codici WDPA 63641 e EUAP 0005, è un’area naturale protetta istituita dalla legge n. 394 del 6 dicembre 1991. Il Parco Nazionale del Gargano si trova nell’angolo nord-orientale della Puglia, il cosiddetto “Sperone d’Italia”. Ha una superficie di 118.144 ettari e si trova interamente nella provincia di Foggia. Le quattro isole Tremiti (riserva marina) fanno parte del parco. All’interno del parco si trova la Foresta Umbra.
Comuni dell’entroterra con importanti villaggi costieri (tra parentesi): Ischitella (Foce Varano), Vico del Gargano (San Menaio), Lesina (Marina di Lesina), San Nicandro Garganico (Torre Mileto), Cagnano Varano (Capojale);
– specie endemiche, come la rara vedovina porto Dalla (Scabiosa dallaportae), la campanula del Gargano (Campanula Gargano), la santoreggia (Satureja fruticosa italica), il citiso (Cytisus decumbens), elecampane (Inula candida), cistus clusio (Cistus clusii), una specie rara che si trova nelle dune di Hvar, Tremiti knapweed (Centaurea diomedea) e Ghiacciola (Mesembryanthemum nodiflorum).
Significato di grotta
Durante la prima guerra mondiale, i prigionieri di guerra russi furono costretti a costruire un ponte per aggirare una grande voragine all’interno della grotta.[1] Nella seconda guerra mondiale, le forze di occupazione tedesche usarono la grotta per ospitare oltre 1.000 barili di carburante aereo, che furono distrutti nell’aprile 1944 dai partigiani sloveni. L’incendio durò una settimana, distruggendo grandi parti della grotta e bloccando l’ingresso.[3] Dopo la guerra, la locomotiva a gas fu sostituita da una locomotiva elettrica.[4] Nel 1944, la grotta fu distrutta dai tedeschi.
Grotta di stalattiti
La temperatura media nella grotta è di 10°C, che aumenta leggermente in estate e diminuisce un po’ in inverno. D’altra parte, l’umidità è molto alta e si consiglia di portare un mackintosh per le visite.
Gran parte della fauna che abita la grotta era sconosciuta nei primi giorni della scoperta, tranne il Proteo di Anguillard (1748) che storicamente era oggetto di superstizioni legate ai draghi. Vale la pena notare l’importanza di questo animale, la cui esistenza è limitata alle regioni carsiche.
Le prime tracce umane scoperte nella grotta risalgono alla glaciazione del Pleistocene. Sono stati trovati anche resti di animali di questo periodo. Le grotte di Adelsberg erano conosciute fin dalla preistoria e servirono come rifugio per i primi esseri umani.
Le prime descrizioni delle grotte furono pubblicate nel 1689 nella Gloria del Ducato di Carniola da Janez Vajkard Valvasor, che descrisse le grotte non solo come le più grandi del mondo, ma anche le più mostruose. Francesco, il primo imperatore del Sacro Romano Impero, chiese al matematico viennese JN Nagel di esplorare i fenomeni naturali della Carniola. Tra le altre cose, ha creato la topografia della grotta nel 1748.
Speleotemi
Le bellezze di Napoli sono innumerevoli e tra queste è impossibile non citare i parchi sottomarini e le suggestive grotte marine che arricchiscono soprattutto le isole del Golfo, come Capri e Ischia.
Anche in città, comunque, è possibile raggiungere alcuni di questi luoghi, sia via mare che via terra, come l’area marina protetta della Gaiola e le numerose grotte tufacee lungo la costa di Posillipo, senza dimenticare lo Scoglione di Marechiaro.
Allontanandosi di qualche chilometro, sarà possibile fare delle escursioni in barca nella notevole Grotta Azzurra di Capri o nella misteriosa Grotta del Mago di Ischia, mentre sono previste anche delle immersioni nelle rovine romane. Ecco una lista delle più importanti bellezze marine di Napoli e dintorni.
Il Parco sommerso della Gaiola è un’area marina protetta situata nel distretto di Posillipo. Si estende da Marechiaro alla Baia di Trentaremi ed è un importante sito di ricerca e formazione. È molto frequentata, soprattutto in estate, per la bellezza cristallina delle sue acque e per il suggestivo panorama che comprende parte del banco roccioso della Cavallara, le alte creste e le scogliere in tufo giallo napoletano.