Perche si dice pater familias
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Caratteristiche del pater familias
Pater familias è una locuzione latina – tradotta letteralmente ‘paterfamilias’ – che significa ‘padre di famiglia’. La forma è irregolare e arcaica in latino, conservando la vecchia finale genitiva di -as.
Il concetto legato alla capacità giuridica (caput) consisteva nel possesso dei tre stati (status) di libertà, di città libera, di cittadino e di ogni persona fisica che godeva dei tre stati civili, con piena capacità giuridica e di agire, libero, cittadino e capofamiglia.[2] Aveva anche il potere di vendere i beni della sua famiglia, e il potere di vendere i beni della sua famiglia, e il potere di vendere i beni della sua famiglia.
Aveva anche il potere di vendere i suoi figli come schiavi; la legge romana prevedeva, tuttavia, che se un figlio veniva venduto come schiavo per tre volte, cessava di essere soggetto alla patria potestas; e il potere di approvare o rifiutare i matrimoni dei suoi figli e figlie; tuttavia, un editto dell’imperatore romano Augusto “prevedeva” che il pater familias non potesse negare tale permesso con leggerezza.
G.2.87 “…quod liberi nostri quos in potestate habemus mancipio accipiunt vel ex traditione nanciscuntur…vel ex alia qualibet causa adquiruntur;, id nobis adquiritur; ipse enim, qui in potestate nostra habemus, nihil suum habere potest”.
Pater familias sui iuris
Il pater familias (“padre di famiglia” in latino) era l’uomo di più alto rango in una famiglia romana, che aveva la patria potestas (potere paterno) sulla moglie, i figli e gli schiavi. Questa potestas era “vita o morte” ed era per la vita: non si estingueva, se non adottata, fino alla morte. È anche l’uomo più anziano della famiglia. Il rispetto è dunque un elemento essenziale della figura del pater familias.
Perché uno schiavo diventasse un uomo libero, doveva essere liberato dalla “mano” del pater familias, da cui i termini manumissio ed emancipatio. Per legge, la decisione del pater familias era assoluta e definitiva.
A
Paterna, Paternis; Materna, Maternis(Ossorio) aforisma romano che, in materia patrimoniale, si riferisce al fatto che i beni del padre dovrebbero andare ai parenti della linea paterna, e quelli della madre, a quelli della linea materna. È stato applicato o sussiste in paesi dove la famiglia è molto isolata o dove c’è un forte attaccamento ai beni d’origine, che non sono destinati a lasciare la famiglia attraverso le generazioni. Si traduce, come formula pratica, nel troncamento della successione (v.) o nel diritto di recesso gentilizio (v.).
Paternità (Ossorio) Qualità del padre (v.). | Procreazione da parte del maschio. | Relazione parentale tra il padre e il figlio, che può essere legittima, quando concepita nel matrimonio, o illegittima, quando concepita fuori dal matrimonio. (V. FIGLIO; FIGLIO ILLEGITTIMO E LEGITTIMO).
Patientia Autem Opus Perfectum Habet La pazienza ha la sua opera perfetta. Parole tratte dalla lettera dell’apostolo Giacomo 1,4 che gli apologeti usano per lodare l’utilità e la necessità della pazienza.
Il pater familias nell’antica Roma
Pater familias è una locuzione latina – tradotta letteralmente ‘paterfamilias’ – che significa ‘padre di famiglia’. La forma è irregolare e arcaica in latino, conservando la vecchia desinenza genitiva di -as.
Il concetto legato alla capacità giuridica (caput) consisteva nel possesso dei tre stati (status) di libertà, di città libera, di cittadino e ogni persona fisica che godeva dei tre stati civili, con piena capacità giuridica e di agire, libero, cittadino e capofamiglia.[2] Aveva anche il potere di vendere i beni della sua famiglia, e il potere di vendere i beni della sua famiglia, e il potere di vendere i beni della sua famiglia.
Aveva anche il potere di vendere i suoi figli come schiavi; la legge romana prevedeva, tuttavia, che se un figlio veniva venduto come schiavo per tre volte, cessava di essere soggetto alla patria potestas; e il potere di approvare o rifiutare i matrimoni dei suoi figli e figlie; tuttavia, un editto dell’imperatore romano Augusto “prevedeva” che il pater familias non potesse negare tale permesso con leggerezza.
G.2.87 “…quod liberi nostri quos in potestate habemus mancipio accipiunt vel ex traditione nanciscuntur…vel ex alia qualibet causa adquiruntur;, id nobis adquiritur; ipse enim, qui in potestate nostra habemus, nihil suum habere potest”.