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Argumentum ad baculum
Il Giardino delle delizie terrestri è l’opera più emblematica ed enigmatica del pittore fiammingo Bosch. Si tratta di un trittico dipinto a olio su legno di quercia, prodotto intorno al 1490 o 1500. Quando è chiuso, vediamo due pannelli che rappresentano il terzo giorno della creazione. Quando sono aperti, i tre pannelli interni rappresentano il paradiso, la vita terrena (il giardino delle delizie terrestri) e l’inferno.
Dio guarda dall’alto (in alto a sinistra), in un momento che sembrerebbe essere, piuttosto, l’alba del quarto giorno. Dio creatore tiene nelle sue mani una corona e un libro aperto, le scritture, che presto prenderanno vita.
Su ogni lato della tavola, si può leggere un’iscrizione in latino dal Salmo 148, versetto 5. Sul lato sinistro si legge: “Ipse dixit et facta sunt”, che significa ‘Egli stesso lo disse e tutte le cose furono fatte’. Sul lato destro, “Ipse mandavit et creata sunt”, che si traduce come ‘Egli stesso comandò e tutto fu creato’.
Descrizione del trittico apertoEl Bosco: Il giardino delle delizie terrestri (trittico aperto). Olio su legno di quercia. Dimensioni complessive: 220 x 389 cm.Quando il trittico viene aperto nella sua interezza, ci troviamo di fronte a un’esplosione di colori e figure che contrasta con il carattere monocromo e inanimato della creazione.
Esempi di magister dixit
In questo articolo presentiamo esempi che mostrano ciascuno dei tipi di esperimenti menzionati, con l’intenzione di aiutare a chiarire il vero ruolo dell’esperimento nel lavoro di un personaggio così poco conosciuto come Galileo.
L’analisi degli appunti manoscritti mostra una grande attività empirica, svolta con grande cura e precisione (secondo le possibilità dell’epoca), ma Galileo si rende conto – e non dimentichiamo che ciò che conta per lui è il suo progetto di “politica della cultura” – che i risultati ottenuti non gli permetterebbero di sostenere le sue teorie sul movimento, quindi preferisce presentare nel Dialogo e nei Discorsi una cinematica semplificata, non ammettendo le spiacevoli discrepanze per non dare armi ai suoi avversari.
Gli esperimenti di pensiero, chiamati da E. Mach “esperimenti di pensiero” (Gedankenexperimente), giocano un ruolo importante nello sviluppo di alcune idee fondamentali delle teorie scientifiche; appaiono nel lavoro di Galileo, così come in quelli di Einstein, Heisenberg, e così via.
Argumentum ad populum
Nel Medioevo, il termine si riferiva ad Aristotele. In un mondo in cui si ammetteva che la conoscenza fosse ispirata da Dio, il corpus intellettuale doveva essere considerato immobile. Quindi, contraddire Aristotele era quasi contraddire Dio.
Formalmente, il magister dixit è una fallacia, legata all’argomento di autorità, l’Ipse dixit e l’argumentum ad verecundiam. In entrambi i casi, si tratta di sconfiggere l’avversario usando il prestigio o l’autorità della propria opinione, invece di difendere la propria posizione con l’analisi logica.
Oggi, l’espressione è spesso usata in senso ironico, per deridere qualcuno che cerca di dare i suoi argomenti come veri a causa della sua autorità, supposta o reale, o cita qualcuno di poca autorità.
Esempi di ad verecundiam
Un argumentum ad verecundiam, un argomento dall’autorità o magister dixit è una forma di fallacia. Consiste nel difendere qualcosa come vero perché la persona citata nell’argomento è un’autorità in materia.[1] I Pitagorici usavano questo tipo di argomento per sostenere la loro conoscenza.
I pitagorici usavano questo tipo di argomentazione per sostenere la loro conoscenza: se qualcuno chiedeva loro “perché”, rispondevano “il maestro lo ha detto” (latino, magister dixit) o perché “lui stesso lo ha detto” (latino, ipse dixit).
In questo caso, sia A che B commettono una fallacia. A fa un argumentum ad verecundiam, ma B commette un argumentum ad logicam (poiché ha scoperto che A ha commesso una fallacia, non solo rifiuta la sua conclusione, ma accetta anche la conclusione opposta come vera su questa base).
Nel Medioevo, il termine si riferiva ad Aristotele. In un mondo in cui si ammetteva che la conoscenza fosse ispirata da Dio, il corpus intellettuale doveva essere considerato immobile. Quindi, contraddire Aristotele era quasi contraddire Dio.
Oggi, l’espressione è spesso usata in senso ironico, per deridere qualcuno che cerca di dare i suoi argomenti come veri a causa della sua autorità, supposta o reale, o cita qualcuno di poca autorità.