Perche ulisse dice a polifemo di chiamarsi nessuno
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Riassunto di Odisseo e i ciclopi
Nel canto IX dell’Odissea di Omero, un gruppo di ricognizione guidato da Odisseo, eroe della guerra di Troia, arriva all’isola dei Ciclopi e si avventura in una grande grotta. Entrarono nella grotta e cominciarono a banchettare con il cibo che c’era. Non sapevano che la caverna era la casa di Polifemo, che presto arrivò agli intrusi e li chiuse dentro. Poi cominciò a divorare molti di loro, ma Odisseo escogitò un piano astuto per fuggire.
Purtroppo non sapeva che Polifemo era il figlio di Poseidone. Polifemo allora maledisse Odisseo, e lanciò una roccia pesante contro di loro, che cadde dietro la nave. Il padre dei Ciclopi, Poseidone, causò grandi calamità a Odisseo e ai suoi uomini per tutto il resto del loro viaggio.
La presenza del personaggio di Polifemo oltre l’Odissea è attestata in altri generi di maggiore brevità rispetto a quello a cui appartiene l’opera omerica. Tra gli altri esempi ci sono un ditirambo di Filosseno di Citera, un epigramma di Callimaco, un dialogo comico di Luciano di Samosata, un dramma satirico di Euripide, e così via. Particolarmente importanti per la poesia di Góngora sono due composizioni dello scrittore siciliano Teocrito (ca. 300-260 a.C.) e il trattamento del soggetto da parte di Ovidio nelle sue Metamorfosi, responsabile dell’innovazione di introdurre il personaggio di Acis.
Perché Odisseo disse al mostro che il suo nome non era nessuno
Odisseo rivela il suo nome e la sua patria ad Alcynoo, e dice che Calipso lo ha tenuto contro la sua volontà prima del suo arrivo. Traccia il suo percorso dopo Troy. Poi il suo equipaggio saccheggiò Ismaro, una città costiera dei Cycons, e combatté contro il loro esercito. Persero molti uomini quando le loro dodici navi salparono e subirono una grande tempesta nei giorni successivi in mare. Il decimo giorno raggiungono l’isola dei Lotofagi, un popolo pacifico che si nutre del loto, una dolce pianta che produce piacere. Tre uomini di Odisseo lo mangiano e vogliono rimanere lì, ma Odisseo li costringe a tornare alla nave e salpano di nuovo.
Quasi a metà di questa storia apprendiamo l’antefatto che spiega perché Poseidone ha un rancore contro Odisseo. Ma l’episodio di Polifemo è importante al di là di servire come istanza della trama: qui impariamo molto su Odisseo come leader, sia i suoi punti di forza che i suoi difetti.
Vengono rimandati sull’isola di Eolo e Odisseo gli spiega l’accaduto. Aiolo crede che il viaggio di Odisseo sia maledetto dagli dei e si rifiuta di aiutarlo ancora. Odisseo e il suo equipaggio salpano di nuovo, ora fuori dal vento, e arrivano nella terra dei Lestrigoni. Il re, Antifato, e la regina mangiano uno degli inviati di Odisseo, e l’equipaggio sfugge per un pelo quando gli altri Lestrigoni lanciano pietre contro la nave in ritirata.
Polifemo il Ciclope
In effetti, ho riflettuto molto su ciò che costituisce veramente l’ospitalità e su quali pratiche possono sembrare ospitali, ma in realtà non lo sono. Mi sono posto molte domande sul fatto che si possa davvero parlare di “industria dell’ospitalità”, o se il turismo sia semplicemente il campo in cui opera l’industria che va sotto questo nome e l’ospitalità in sé sia qualcos’altro, qualcosa di intangibile che si radica nelle persone, su cui non si può costruire un modello di business.
Ma sulla scia dell’attuale crisi migratoria, confesso che le mie domande si sono moltiplicate, perché sebbene l’ospitalità sia un ideale desiderabile, mi è chiaro che un paese non può impegnarsi ad accogliere tutti coloro che migrano nel suo territorio. Ci sono esperienze tristi: tra le tante vittime di violenza, maltrattamenti, povertà, ecc., c’è anche chi usa la possibilità di essere accolto altrove per approfittarne.
Non penso che i migranti debbano essere criminalizzati, come fanno alcuni, né che debbano essere trattati come inferiori. Qual è l’atteggiamento ideale? Dobbiamo accoglierli? Dobbiamo scegliere chi accogliere? Con quali parametri? Estendendo queste domande al regno dell’etica personale, come dovrei trattare l’altro, che è diverso da me? Il suo arrivo rappresenta una minaccia reale o minaccia semplicemente il mio stato di benessere?
Chi è il padre di Polifemo
Nel canto IX dell’Odissea di Omero, un gruppo di ricognizione guidato da Odisseo, eroe della guerra di Troia, arriva all’isola dei Ciclopi e si avventura in una grande grotta. Entrarono nella grotta e cominciarono a banchettare con il cibo che c’era. Non sapevano che la caverna era la casa di Polifemo, che presto arrivò agli intrusi e li chiuse dentro. Poi cominciò a divorare molti di loro, ma Odisseo escogitò un piano astuto per fuggire.
Purtroppo non sapeva che Polifemo era il figlio di Poseidone. Polifemo allora maledisse Odisseo, e lanciò una roccia pesante contro di loro, che cadde dietro la nave. Il padre dei Ciclopi, Poseidone, causò grandi calamità a Odisseo e ai suoi uomini per tutto il resto del loro viaggio.
La presenza del personaggio di Polifemo oltre l’Odissea è attestata in altri generi di maggiore brevità rispetto a quello a cui appartiene l’opera omerica. Tra gli altri esempi ci sono un ditirambo di Filosseno di Citera, un epigramma di Callimaco, un dialogo comico di Luciano di Samosata, un dramma satirico di Euripide, e così via. Particolarmente importanti per la poesia di Góngora sono due composizioni dello scrittore siciliano Teocrito (ca. 300-260 a.C.) e il trattamento del soggetto da parte di Ovidio nelle sue Metamorfosi, responsabile dell’innovazione di introdurre il personaggio di Acis.