Chi erano la banda della magliana
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Magliana Roma
Questa organizzazione criminale è stata fondata nel 1975. Il suo nome deriva dall’omonima area urbana da cui provenivano i suoi principali leader, noti anche come gruppo del Tufello. Le sentenze dei tribunali romani indicano i legami dell’organizzazione criminale con altre mafie – come la Camorra – o gruppi di estrema destra – incluso il gruppo terroristico Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR).
Franco Giuseppucci, alias er Negro, fu il primo leader della Banda della Magliana, fino al suo assassinio nel 1980. Enrico de Pedis, Renatino, gli subentrò subito, e finì come il suo predecessore: assassinato nel 1990. Maurizio Abbatino, Crispino, prese le redini della banda fino al 1992, quando fu arrestato; divenne presto una talpa per la polizia e fornì le informazioni necessarie per arrestare 55 membri dell’organizzazione e altri criminali in quella che fu chiamata Operazione Colosseo, per la portata dell’operazione.
Durante questo periodo, ha dimostrato un’enorme capacità criminale: secondo i dati della polizia, la banda che ha guidato fino alla settimana scorsa ha trafficato circa 500.000 chili di narcotici. Hanno riciclato più di 55 milioni di dollari. Per questo motivo, sono accusati di traffico di droga, riciclaggio di denaro e associazione criminale.
Perché i siciliani sono mafiosi
Agenti della Polizia Nazionale, in un’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, hanno arrestato ad Alicante verso le 14 di domenica lo storico mafioso italiano Fausto Pellegrinetti, ricercato per reati di traffico di droga e riciclaggio di denaro.
Pellegrinetti – conosciuto anche come Franco o Enrico – era un membro della banda conosciuta come ‘La Magliana’ ed era in fuga dal 1993, quando scappò dagli arresti domiciliari in una clinica privata a Roma.
Lunga fedina penaleFausto Pellegrinetti è uno storico mafioso italiano che ha avuto una stretta relazione criminale con il famoso clan dei Marsigliesi, Berenguer, Bellicini e Bergamelli. La sua lunghissima storia criminale iniziò nel 1980 con il suo gruppo del Tufello, quando dopo un incontro in un ristorante di Trastevere con altri membri della cosiddetta banda della Magliana, decisero di allearsi. I due gruppi hanno iniziato una relazione basata sul gioco d’azzardo clandestino, il rapimento, la rapina e l’estorsione, hanno spiegato le stesse fonti.
La cosa nostra
Conosciuta come la banda della Magliana dal nome del quartiere da cui sono usciti alcuni dei suoi membri, la sua storia è iniziata con il rapimento di un duca nel 1977 e il reinvestimento dei soldi della ricompensa per estendere il suo dominio criminale a Roma.
Sollima ricrea il periodo storico italiano con straordinaria precisione, concentrandosi su una narrazione di antieroi non priva di senso dell’umorismo e di appassionata teatralità melodrammatica: molto italiano, quindi.
La leggenda di questa banda che prese Roma sfidando la camorra e lo stato è poco conosciuta fuori dall’Italia, eppure fu di grande rilevanza locale per il periodo storico in cui ebbe luogo.
Romanzo Criminale non è né un’apologia della vita criminale, né una condanna della stessa. L’approccio di Sollima è quasi documentaristico: dà vita ai personaggi, li segue e li lascia raccontare la loro storia.
Cosa sono i narcos siciliani
Quello che nella prima stagione è realismo (quasi neorealismo), con situazioni di veridicità facilmente contrastabili attraverso i media dell’epoca, si trasforma in frenetica fantasia nella seconda stagione, in cui tutto gira come in qualsiasi altra serie poliziesca. L’impressione data dalla visione di queste due stagioni è che per gli sceneggiatori, attenersi alla storia del giudice De Cataldo fosse una sorta di corsetto che impediva loro di portare in televisione ciò che realmente intendevano: nella seconda stagione, tutte le dighe di contenimento si rompono e la sceneggiatura abbandona la storia e si trasforma in un thriller che ha perso i freni e dove la fantasia invade tutto. È bene tenere a mente questo avvertimento quando si guarda questa serie.