Cos e un lesene
Colonna attaccata al muro
È decorata con arcate e lesene sotto una battuta smussata e ha una finestra ad arco tondo nel centro con una doppia fuoriuscita. All’esterno, l’elevazione del terreno che circonda l’abside impedisce di vederne la base, lasciando la finestra al livello del suolo. È molto rovinata da una parte rialzata con una struttura in muratura molto irregolare, che è stata utilizzata come falso.
Sulla parete nord della navata ci sono due cappelle, una al centro, con un arco ribassato, che contiene un fonte battesimale a calice molto decorato, e un’altra nel presbiterio, che ospita una grande immagine di San Giovanni Battista. Non sono visibili dall’esterno a causa degli annessi che coprono l’intero muro.
A sud-ovest si trova il campanile prismatico con quattro sezioni separate da impalcature a sbalzo. La sezione superiore ha una finestra semicircolare su ogni lato, quelle a nord e a est con campane. Le sezioni inferiori hanno delle feritoie, alcune a forma di croce.
Etnosi delle colonne
I pilastri che non sostengono gli archi diaframmatici sono prolungati da lesene fino al cleristorio, mentre gli archi longitudinali (quelli che separano le navate) cadono su semicolonne che, insieme allo spessore delle lesene, formano il pilastro.
La facciata in marmo bianco è uno degli esempi più impressionanti dell’ispirazione classica per cui Palladio è così famoso: la struttura dei frontoni, disposti uno dietro l’altro, è quasi perfetta, in un contrasto di superfici lisce, lesene e statue, mostrando stabilità e rigore classico.
Importante è il primo esempio della Basilica di San Abundio a Como, con cinque navate coperte da travi di legno, un doppio campanile nello stile del Westwerk tedesco e una decorazione del muro esterno con archi ciechi e lesene, oltre a un notevole corridoio scultoreo dei “comacini magistri”.
Della facciata originale dell’VIII secolo, segnata da lesene (pilastri) e divisa in due ordini da una cornice, solo le cornici delle finestre e i tre portali scolpiti con motivi classici sono sopravvissuti.
Tipi di pilastri
Una lesena – chiamata anche lesena[1] – è una stretta striscia o banda verticale, eseguita in bassorilievo su un muro interno o esterno. Assomiglia a una lesena, ma non ha né una funzione di sostegno né, generalmente, una base o un capitello.[2] Le lesene sono usate in modo composito e compositivo.
Le lesene sono usate compositivamente per dividere otticamente un rivestimento e la loro funzione è puramente ornamentale, sia per decorare la superficie piana di un muro sia per ottenere effetti enfatici, come nel caso delle lesene d’angolo che sottolineano i bordi di un rivestimento.
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Antasis
Il lesene, chiamato anche lesena, è un termine architettonico usato per descrivere una stretta banda verticale, lavorata su un muro interno o esterno, di solito per scopi ornamentali. È simile a un pilastro, ma la sua funzione non è la stessa, poiché le sue basi generali non sono né base, né capitale, né supporto.
Nel periodo medievale, perse parte del suo aspetto originale, ma l’uso romano lo fece rivivere nei periodi rinascimentale e barocco, e fu frequentemente usato nella decorazione esterna degli edifici, specialmente per le facciate delle chiese o come decorazione delle finestre.
Nell’architettura romanica, sono stati spesso utilizzati per formare la cosiddetta fascia lombarda, combinata con archi ciechi uniti da lesene, che poggiano su uno zoccolo. Queste fasce lombarde erano composte da pilastri o lesene ripetute a intervalli regolari sulle pareti delle facciate e dei campanili, ed erano generalmente visibili sugli altari e sulle pareti laterali delle chiese di costruzione lombarda, principalmente quelle sviluppate nella penisola iberica alla fine dell’XI e XII secolo, dove armonizzavano le pareti esterne degli edifici.