Quando si usa la seconda declinazione in latino
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Vocabolario seconda declinazione latino
Questa lezione riguarda la seconda declinazione. Impareremo le sue desinenze di caso, le sue caratteristiche principali e le sue peculiarità. Questa è la declinazione dei soggetti in “o”. Il suo segno distintivo è il genitivo singolare in -i.
Le forme ricordano un po’ quelle della prima declinazione, ma nella seconda declinazione abbiamo soggetti in “o”, quindi la “o” predomina, anche se in alcuni casi ci sono stati cambiamenti fonetici che la nascondono.
Se notate, la vocale “o” appare nel dativo e ablativo singolare domino, nell’accusativo plurale dominos e nel genitivo plurale dominorum, ma nel nominativo e accusativo singolare abbiamo dominus e dominum.
Si scopre che nel latino arcaico le forme per il nominativo e l’accusativo singolare erano “dominos” e “dominom”, ma siccome erano vocali brevi e si trovavano alla fine di una parola, il timbro fu cambiato da “o” a “u” e vennero pronunciate nel latino classico come “dominus” e “dominum”.
Di conseguenza, quando si declinano questi sostantivi insieme a un aggettivo, devono concordare il genere. Dovremmo dire fagus alta (“un faggio alto”) e non *fagus altus, perché l’aggettivo deve essere femminile, in accordo con fagus.
Esercizi di seconda declinazione latina
Nella prima declinazione il soggetto è in -a. Contiene soprattutto sostantivi femminili e nessun sostantivo neutro. È caratterizzato dal fatto che il genitivo finale è ae, che a sua volta prende il dativo al singolare, così come il nominativo e il vocativo al plurale.
Tema in -o. L’evoluzione fonetica del latino ha trasformato il suono o in u. In questa declinazione ci sono tre tipi di sostantivi: con nominativo in -us, con nominativo in -er e con nominativo in -um. Tutti fanno il genitivo in i. I sostantivi in -us e -er sono solitamente maschili, mentre quelli che terminano in -um sono neutri.
Prima declinazione
Il nominativo si usa per marcare il Soggetto: la persona che compie l’azione. E l’accusativo è usato per marcare l’oggetto o il complemento diretto, cioè la persona o l’oggetto direttamente interessato dall’azione.
E cosa significa questo riguardo ai casi nominativo e accusativo? Che quando troviamo una parola nel caso nominativo, questa parola sarà il soggetto dell’azione, e quando troviamo una parola nel caso accusativo, questa parola rappresenterà l’oggetto o il complemento diretto dell’azione.
Il caso dativo è usato per marcare la persona che è influenzata dall’azione del verbo (a volte è qualcosa di più astratto come la parola “città”). La persona può essere il beneficiario o il danneggiato. È molto simile al nostro Complemento Indiretto.
Il caso ablativo si usa per marcare le varie circostanze che possono circondare l’azione verbale: causa, modo, luogo, tempo, mezzo, strumento, ecc. È equivalente ai nostri Complementi Circostanziali.
Come potete vedere, un ablativo latino è equivalente a un sostantivo con una preposizione in spagnolo. Anche se la preposizione che usiamo in spagnolo può variare molto a seconda della frase, del verbo e del significato della parola.
Seconda declinazione latina neutro
Le declinazioni latine sono la base per comprendere un testo latino o un dialogo. Ecco le cinque declinazioni latine, con alcuni consigli per imparare di più su di esse.
Si chiama anche declinazione dei soggetti in -A, poiché è questa vocale che serve da collegamento tra la radice e le desinenze. Nella maggior parte dei casi la vocale soggetto (in questo caso la -A) è fusa con le desinenze in modo tale che è impossibile separare l’una dall’altra; in questi casi non si parla delle desinenze di una parola ma delle terminazioni della parola, intendendo per terminazione la somma della vocale soggetto più le desinenze stesse.