Differenze tra naturalismo e verismo
Opera di verismo
La tendenza realista è un riflesso fedele del mondo e va contro l’idea della scrittura come semplice creazione artistica: mira ad applicare i principi scientifici all’arte, poiché si fida della scienza come mezzo per superare l’oscurantismo e crede che lo scrittore debba scrutare la realtà alla ricerca del “vero”, mostrandola in modo quasi documentario, garantendo la veridicità del documento con il principio del non intervento dell’autore, cioè raccontandola attraverso un narratore impersonale.
È interessante ricordare, in questo senso, il nome dato in italiano al movimento: verismo, da vero (vero, verità), dando agli strumenti oggettivi dei narratori naturalisti una categoria che va oltre l’arte, cercando una fusione con la vita. Non si tratta solo di arrivare all’oggettivazione della realtà, ma di toccare, attraverso queste tecniche con cui si svolge il dialogo tra autore e destinatario, la nozione di verità.
Nella seconda metà del XIX secolo in Europa si diffondono le teorie positiviste che aumentano il valore della scienza e del progresso. Nel naturalismo letterario francese e nel verismo italiano, due esperienze che si intersecano, la validità del metodo sperimentale si ripete anche nelle scienze umane, nella convinzione che non ci sia una grande rottura tra l’uomo e la natura.
Verismo arte
Il naturalismo è un movimento letterario che nasce in Francia nella seconda metà del XIX secolo come applicazione diretta del pensiero positivista e mira a descrivere la realtà psicologica e sociale con gli stessi metodi usati nelle scienze naturali. Riflette nella letteratura l’influenza della diffusione generale del pensiero scientifico, che basa la conoscenza sull’osservazione, la sperimentazione e la verifica.
Il naturalismo è simile al realismo letterario nel suo rifiuto del romanticismo, ma distinto nella sua accettazione del determinismo, del distacco, dell’oggettivismo scientifico e del commento sociale. Il movimento può essere fatto risalire in gran parte alle teorie dell’autore francese Émile Zola.
Il termine è usato per la prima volta dalla critica positivista dei fenomeni letterari di Charles-Augustin Sainte-Beuve e Hippolyte Taine. Cercando di scoprire le leggi che governano la letteratura, Taine sostiene che la razza, l’ambiente, i fattori sociali e politici e il tempo in cui un’opera letteraria viene creata ne definiscono le caratteristiche specifiche e l’evoluzione. In un importante studio su Balzac, pubblicato per la prima volta come articolo nel 1858, Taine descrive questo romanziere come un “naturalista” basandosi sul fatto che nel suo Prologo della Commedia umana, Balzac annuncia di voler scrivere la storia “naturale” “dell’uomo”. Taine descrive il naturalista come interessato alla descrizione di qualsiasi forza naturale, indipendentemente dal bello o dall’ideale:
Significato di Verismo
Il naturalismo è un movimento artistico e soprattutto letterario, che è emerso nel XIX secolo come una sorta di continuazione e approfondimento del realismo, quindi opposto all’idealismo romantico.
Questo movimento era caratterizzato da una visione artistica più vicina alla realtà, oggettiva e, soprattutto, impegnata a ritrarre le classi sociali più svantaggiate, i cui problemi cercava di spiegare attraverso una visione razionale, scientista e priva di morale.
Fu in questo contesto che nacque il naturalismo, fortemente influenzato dalle opere scientifiche e sociologiche del positivismo di Comte, dell’evoluzionismo di Darwin, della genetica di Mendel e del materialismo storico di Marx ed Engels. È considerato un passo avanti rispetto al realismo.
Il naturalismo abbraccia una dottrina filosofica chiamata determinismo, che postula le origini dei problemi umani nella loro genetica, nei loro difetti sociali e nel loro ambiente sociale e materiale, e la applica alla letteratura e all’arte. Così, i suoi racconti si addentrano generalmente negli strati sociali più bassi, per criticare nelle loro tragedie l’ingiusta costituzione della società nel suo insieme.
Verismo letterario
Nella sua lettera del 1885 ad Albert Savine, traduttore de La Papallona, Zola esprime la stessa idea di Unamuno, avvolta nelle sfumature selvagge di una continua metafora poetica:
Come il positivismo, lo scientismo ignora l’inspiegabile, perché l’inspiegabile è semplicemente ciò che non è ancora spiegato. Basta avere fede nel potere infinito della scienza per credere che un giorno tutta la vita, le cause prime e le cause finali, saranno spiegate. Naturalmente, non c’è spazio per la religione e la metafisica in un tale modo di pensare. Gli aderenti allo scientismo adottano per mimetismo il linguaggio della scienza: fatti, nient’altro che fatti, e nient’altro che relazioni causa-effetto tra i fatti, sperimentazione, evoluzione, determinismo…. La scienza viene tirata fuori dai suoi confini per informare tutto (società, politica, arte, letteratura), nella speranza che spieghi tutto: passioni, idee, sentimenti.