Verbi copulativi quali sono
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Estuvo è un verbo copulativo
Nel parsing delle frasi, un elemento chiave è il predicato. Questo predicato può essere verbale, nella maggior parte dei casi, o nominale, quando il soggetto è unito a un verbo copulativo. Ci sono tre verbi copulativi: ser, estar e parecer. Quando si forma una frase con uno di questi verbi, il predicato è nominale e, necessariamente, devono avere un attributo dietro di loro, poiché questi verbi non hanno significato da soli, quindi la funzione dei verbi copulativi è quella di unire il soggetto con l’attributo poiché, a differenza di altri verbi, non implicano un’azione. Esempi di frasi con verbi copulativi
Iremos è un verbo copulativo
D’altra parte, il verbo ser è stato grammaticalizzato come parte di certi nessi o marcatori del discorso e come tale ha perso il suo carattere verbale in essi, per esempio in “es más”, “es decir”, “esto es”, “o sea”….
Così, per esempio, nella frase “io sono un uomo”, io sono sarebbe un verbo astratto (“un uomo” è l’attributo), al contrario della frase “io sono” (cioè “io esisto”), dove cesserebbe di avere questa qualità.
Il verbo ser è semanticamente perfettivo: indica che nessun tempo interiore è possibile nel significato del predicato: “Il muro è fragile”. Il verbo estar, invece, è semanticamente imperfettivo: indica che c’è un tempo interno nella predicazione e, quindi, c’è un processo precedente e/o successivo da cui questo può risultare: “Il muro è fragile”. Un altro esempio: “Il muro era fragile”, capiremmo che non è più fragile (ma non perché non c’è più un muro). D’altra parte: “Il muro era fragile”, si capirebbe che non è più fragile, ma non perché non c’è più questo attributo (fragilità).[4][5][6][7][8][8
Verbi copulativi e non copulativi
D’altra parte, il verbo “essere” è stato grammaticalizzato come parte di alcuni nessi o marcatori di discorso e come tale ha perso il suo carattere verbale in essi, per esempio, in “è più”, “che è”, “che è”, “che è”….
Così, per esempio, nella frase “io sono un uomo”, io sono sarebbe un verbo astratto (“un uomo” è l’attributo), al contrario della frase “io sono” (cioè “io esisto”), dove cesserebbe di avere questa qualità.
Il verbo ser è semanticamente perfettivo: indica che nessun tempo interiore è possibile nel significato del predicato: “Il muro è fragile”. Il verbo estar, invece, è semanticamente imperfettivo: indica che c’è un tempo interno nella predicazione e, quindi, c’è un processo precedente e/o successivo da cui questo può risultare: “Il muro è fragile”. Un altro esempio: “Il muro era fragile”, capiremmo che non è più fragile (ma non perché non c’è più un muro). D’altra parte: “Il muro era fragile”, si capirebbe che non è più fragile, ma non perché non c’è più questo attributo (fragilità).[4][5][6][7][8][8
Preparó è un verbo copulativo
In generale, i verbi comunicano varie azioni (camminare, ridere, correre, pensare…). Tuttavia, alcuni verbi non comunicano azioni e sono quindi un’eccezione. Stiamo parlando di verbi copulativi, la cui caratteristica fondamentale consiste nell’associare il soggetto al predicato. Ci sono due verbi strettamente copulativi, il verbo ser ed estar (in alcune classificazioni, anche il verbo parecer è considerato copulativo). Se il verbo principale di una frase è copulativo, il predicato non è un predicato verbale ma un predicato nominale. Sono chiamati verbi copulativi perché servono da collegamento (o copula) tra un soggetto e un attributo.
Mentre in una frase con un verbo non copulativo c’è una certa azione (ad esempio nella frase “gli amici hanno nuotato in piscina”), quando si usa un verbo copulativo non c’è azione nella frase (ad esempio nella frase “i miei amici sono buoni velocisti”, non c’è azione, perché i soggetti della frase non stanno realmente facendo nulla ma sono qualcosa).