Schema ritmico di una poesia
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Qual è lo schema metrico
La metrica è l’insieme delle regolarità formali e sistematiche che caratterizzano la poesia versificata e la prosa ritmica. Lo studio metrico comprende tre parti fondamentali: il verso, la strofa e il poema.[1] Nel caso della metrica germanica e scandinava, lo schema metrico è lo stesso del poema.
Nel caso della metrica germanica e scandinava, il verso era formato dalla ripetizione dello stesso fonema in tre parole diverse (allitterazione): la consonante della terza sillaba sottolineata del verso doveva coincidere quasi sempre con la consonante della prima sillaba sottolineata, spesso con quella della seconda sillaba sottolineata ed eccezionalmente con quella della quarta sillaba sottolineata.
Nella metrica ebraica, invece, il verso era costruito sul parallelismo (semantico o sinonimico, antitetico, emblematico, ripetitivo e strutturale), e così sono scritti, per esempio, i versi del Salterio (i cosiddetti Salmi dell’Antico Testamento), il Cantico dei Cantici, quasi tutto il Libro di Giobbe e la maggior parte dei versi profetici, oltre al fatto che è anche un dispositivo comune in tutte le manifestazioni poetiche che prendono la forma di verso o di strofa.[3] Il verso del Salterio, per esempio, è un dispositivo comune in tutte le manifestazioni poetiche che prendono la forma di verso.
Schema ritmico
Sulla base dei ritmi naturali e di quelli dell’attività umana (lavoro), quindi, nasce il ritmo estetico: il ritmo naturale diventa il ritmo culturale. Ora ci limitiamo solo al ritmo poetico, che si basa sul ritmo del linguaggio, invenzione dell’uomo: è uno dei ritmi culturali.
“Il verso, nella sua essenza invariabile attraverso tutte le lingue e tutti i tempi, come gruppo di fonemi, come “raggruppamento di suoni”, obbedisce a una sola legge ritmica primaria: quella della ripetizione. Il ritmo, nella sua formula elementare, è la ripetizione. Il verso, in pura semplicità, è un’unità ritmica perché si ripete e forma serie, le unità possono essere simili e dissimili”.
Vediamo questa divisione applicata alla seguente poesia di José Martí. Nel frammento troviamo quattro righe di undici sillabe: un modello di verso di undici sillabe – o metro – endecasillabo. In uno di essi, la distribuzione delle pause e degli accenti è diversa, cioè ognuno di essi presenta un diverso esempio di verso.
Tra la prima e la seconda, e la seconda e la terza riga, troviamo l’enjambment. Il lettore della poesia può scegliere se enfatizzare la pausa alla fine del verso o leggere le frasi senza interromperle. Tra la terza e la quarta riga vediamo già che la pausa del verso coincide con la sintassi.
Analisi metrica di una poesia risolta
Scrivi prima il tuo ritornello. Questa è una strofa che viene ripetuta più di una volta in tutto il poema per enfasi. Un ritornello dovrebbe contenere l’idea più forte che vuoi esprimere nella poesia e dovrebbe essere succinto ma significativo. Scrivi il testo della tua poesia usando il tema, il tono e lo schema di rime che hai scelto.
In poesia, l’accento è un dispositivo stilistico associato al ritmo che segna la regolarità dei tempi e si verifica alla fine di una riga. La ripetizione dell’accento su queste due sillabe fornisce soprattutto una cadenza molto marcata. …
La pausa è un espediente stilistico nella poesia. Ogni verso è necessariamente delimitato da una pausa metrica, che è la pausa alla fine del verso, ma anche tra emistichi nel caso di versi composti; nel caso della pausa alla fine del verso, si chiama anche pausa versale.
Il verso è un gruppo di parole soggette a metro, ritmo e rima, che produce un certo effetto ritmico nella forma di una poesia. Un verso è composto da un insieme di frasi o brevi frasi. La parola verso deriva dal latino versus che significa “solco o fila” e quindi “linea di scrittura”.
Cos’è una poesia
È la licenza poetica che ha l’effetto completamente opposto a quello della sinalefa. La ragione per cui si verifica uno iato o perché non può verificarsi una sinalefa è di solito perché una o entrambe le vocali coinvolte hanno un accento prosodico, o perché c’è una virgola(,), un punto e virgola(, punto e virgola(, punto e virgola e seguito(..), punti di sospensione(…), o perché la cesura(//) di un verso composto coincide con lo iato(//).
Consiste nel pronunciare le vocali di un dittongo (sua-ve) in diverse sillabe (su-a-ve). È la licenza poetica con cui si spezza un dittongo quando si vuole ottenere una sillaba in più nel verso per ottenere una metrica armoniosa. A volte è segnato con il segno di umlaut (¨).
(quella corretta sarebbe: con/ sed/ in/sa/sia/ble, 6 sillabe) per indicare dove abbiamo fatto la dieresi poetica, come abbiamo detto nella definizione, mettiamo sopra la vocale corrispondente (sempre la vocale debole) i punti della dieresi grammaticale.