Quando hanno imbalsamato padre pio
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Dove giace il corpo di Padre Pio
La giornata è iniziata con una messa solenne nel convento di Santa Maria delle Grazie, presieduta dal cardinale e prefetto della Congregazione vaticana per le cause dei santi, José Saraiva Martins, e alla quale hanno partecipato circa 15.000 fedeli.
Il rappresentante vaticano ha anche sottolineato che le “reliquie” del santo riportano alla memoria “tutto il bene che ha fatto tra noi attraverso quel corpo” e “ci invitano a rinnovare la nostra fede nel futuro e nella risurrezione della nostra carne”.
Tra i presenti c’erano due delle persone che sono state inspiegabilmente guarite dalle loro rispettive malattie dal santo e i cui ‘miracoli’ sono stati la chiave per il culmine del processo di beatificazione e canonizzazione.
I resti sono esposti in un’urna di vetro nella cripta del convento. Dopo l’esumazione del corpo, si è scoperto che il cranio era parzialmente decomposto, così i francescani hanno messo una maschera di silicone su questa parte per coprirlo. Sul corpo, l’abito monastico cappuccino, che è stato fatto dalle suore Clarisse di San Giovanni Rotondo.
Di cosa morì Padre Pio
I loro cadaveri, quelli dei papi, non possono essere cadaveri normali, che, a causa di tante manipolazioni (impigliamenti con le mani), sembrano superare i limiti del rispetto umano dovuto al defunto, potendo in questo, come in altre cose, passare facilmente dal sublime all’abietto.
Per la prima volta fu annunciato che il cadavere di Giovanni Paolo I era stato trattato con formalina e altri prodotti tecnici per la sua conservazione, e per la prima volta fu riferito che il cadavere aveva subito un trattamento cosmetico per evitare l’espressione angosciosa dell’agonia, e questa volta le terribili congetture furono nuovamente alimentate, perché una morte così improbabile non va d’accordo con un’angosciosa agonia.
Questa volta fu il dottor Genaro Collía che, il 3 giugno 1963, trattò il cadavere del defunto Papa, con successo, poiché riuscì a bloccare l’inevitabile processo, anche con una nuova procedura a base di formalina. Se confrontiamo la foto di allora, sul catafalco della Basilica, con le immagini di questo trasferimento, possiamo notare una notevole riduzione del volume del corpo, soprattutto negli arti inferiori – le gambe non sono tali – con i piedi e le pantofole papali irrigiditi dall’essere bloccati e sostenuti su un cuscino, come se fossero incastrati nel vetro dell’urna.
Padre pio stigmate
L’incorruttibilità è la proprietà di un cadavere di non decomporsi dopo la morte, anche se non è stato imbalsamato o conservato in alcun modo; significa anche che è incorrotto, il che è diverso dalla mummificazione, che è avvenuta anche con i cadaveri dei santi, che conservano la pelle trasformata in pelle e una buona parte delle caratteristiche esterne.
Anche se può essere considerato un intervento divino, nella Chiesa cattolica si ricordano solo alcuni casi in cui il corpo di un santo è in una condizione di incorruttibilità, e addirittura, generando l’emanazione di odori floreali o piacevoli.
In “Il mir
Profezie di Padre Pio
L’incorruttibilità è la proprietà di un cadavere (di solito umano) di non decomporsi dopo la morte, anche se non è stato imbalsamato o conservato in alcun modo. In alcune religioni è attribuito all’intervento divino.
Si tratta di un fenomeno naturale, che consiste nell’essiccazione del cadavere per evaporazione dell’acqua dai suoi tessuti, che rende impossibile lo sviluppo di germi, fermando così il processo di putrefazione. Il risultato è che la forma esterna del corpo è abbastanza ben conservata, al punto che i tratti del defunto sono riconoscibili.[1][2][3][4][4][5][6][7][8][8][8][8][9][9][9][9][9][9
Un altro caso che può verificarsi è la pietrificazione, la trasformazione del cadavere in materiale pietroso a causa dell’infiltrazione di idriossipatite e carbonato di calcio. Un chiaro esempio di ciò è il caso delle mummie di Guanajuato.
Un altro percorso, opposto al precedente, è quando il cadavere viene lasciato in un ambiente di umidità relativa, ma sterile, dove la putrefazione si ferma per lasciare il posto alla mummificazione naturale, sia in una torba come nel caso della mummia della palude, prima una saponificazione (trasformazione dei tessuti in saponi attraverso il grasso) e poi una fase plastica, durante la quale le parti morbide si trasformano in qualcosa di simile alla plastilina.