Quali sono i gironi dellinferno di dante
Inferno
Dante Alighieri, nell’Inferno, primo canto, descrive la visione del proprio viaggio nell’aldilà. Qui l’Inferno è diviso in cerchi che sono significativamente nove, sulla base del pensiero aristotelico-tomista. La costruzione dell’inferno è spiegata dall’autore nel canto XI.
Prima di entrare nei gironi troviamo la Giungla, il Colosseo e il Colle dove Dante si trova perso “nel mezzo del cammin di nostra vita”: dietro il colle c’è la città di Gerusalemme, sotto la quale immagina sia scavato l’immenso vortice dell’Inferno. Poi entra attraverso la Porta dell’Inferno ed entra così nell’ante-hell. Attraversando il fiume Acheronte nella barca di Caronte, entra nel vero inferno.
Nel secondo cerchio vengono puniti i peccatori incontinenti e in particolare i lussuriosi: essi vengono spinti per aria, travolti dalla tempesta infernale, evidente contropasso (per analogia) della passione che li ha travolti in vita.
I peccatori incontinenti del quarto cerchio sono gli avari e i prodighi, condannati a spingere giù enormi pesi d’oro, divisi in due gruppi che quando si incontrano si vituperano a vicenda: la grandezza del peso che li opprime simboleggia la quantità di beni terreni che hanno accumulato o speso, dedicandosi interamente a questo in vita.
Purgatorio
Nel suo famoso poema “La Divina Commedia”, una delle opere più importanti della letteratura mondiale, il poeta italiano Dante Alighieri, soprannominato il Sommo Poeta, descrive, nella prima parte, l’Inferno, un titolo che descrive la visione dell’inferno del poeta stesso. La storia inizia con il narratore (che è il poeta stesso) perso in una foresta oscura dove viene attaccato da tre bestie da cui non può scappare. Viene salvato dal poeta romano Virgilio, inviato da Beatrice (la donna ideale di Dante). E insieme, iniziano il viaggio verso gli inferi. Questi sono i nove cerchi dell’inferno di Dante:
Il primo cerchio è la casa dei pagani virtuosi e non battezzati. Ovviamente non è il paradiso, perché siamo negli Inferi; ma per quanto riguarda l’inferno, non è un posto troppo brutto. È qui che si trovano Ippocrate, Aristotele, Socrate, Omero o anche Giulio Cesare.
Qui ci sono gli iperindulgenti, i golosi, e la loro punizione è sopportare una pioggia infinita di grandine sotto l’occhio vigile di Cerbero. Gente comune, né epica né mitologica. L’autore Boccaccio prese uno di questi personaggi ordinari, Ciacco, e lo incorporò nella sua raccolta di racconti del XIV secolo chiamata “Il Decamerone”.
I 9 cerchi dell’inferno di Dante pdf
Dante Alighieri, nell’Inferno, primo canto, descrive la visione del proprio viaggio nell’aldilà. Qui l’Inferno è diviso in cerchi che sono significativamente nove, sulla base del pensiero aristotelico-tomista. La costruzione dell’inferno è spiegata dall’autore nel canto XI.
Prima di entrare nei gironi troviamo la Giungla, il Colosseo e il Colle dove Dante si trova perso “nel mezzo del cammin di nostra vita”: dietro il colle c’è la città di Gerusalemme, sotto la quale immagina sia scavato l’immenso vortice dell’Inferno. Poi entra attraverso la Porta dell’Inferno ed entra così nell’ante-hell. Attraversando il fiume Acheronte nella barca di Caronte, entra nel vero inferno.
Nel secondo cerchio vengono puniti i peccatori incontinenti e in particolare i lussuriosi: essi vengono spinti per aria, travolti dalla tempesta infernale, evidente contropasso (per analogia) della passione che li ha travolti in vita.
I peccatori incontinenti del quarto cerchio sono gli avari e i prodighi, condannati a spingere giù enormi pesi d’oro, divisi in due gruppi che quando si incontrano si vituperano a vicenda: la grandezza del peso che li opprime simboleggia la quantità di beni terreni che hanno accumulato o speso, dedicandosi interamente a questo in vita.
Cerchi dell’inferno
L’Empireo è composto da un gran numero di impostazioni. Il rapporto tra Dante e i Beati, però, è diverso da quello che aveva avuto con gli abitanti degli altri due regni. Infatti, tutte le anime del Paradiso si trovano nell’Empireo, e precisamente nel bacino della Candida Rosa (o Rosa Mistica) da cui contemplano direttamente Dio. Tuttavia, per facilitare la comprensione del loro viaggio attraverso il Paradiso, le figure appaiono per cielo, in una precisa corrispondenza astrologica tra le qualità di ogni pianeta e il tipo di esperienza spirituale realizzata dal personaggio descritto. Così, nel cielo di Venere si trovano gli spiriti amorevoli, mentre nel cielo di Saturno quelli contemplativi.
Il paradiso inizia in cima al monte Purgatorio, a mezzogiorno del mercoledì dopo Pasqua, che coincide narrativamente con la fine del Purgatorio. Dopo essere salita attraverso l’atmosfera superiore (Canto I), Beatrice guida Dante attraverso i cieli del Paradiso, verso l’Empireo, dove risiede Dio. Le nove sfere sono concentriche, come nella teoria geocentrica classica della cosmologia medievale.[1] Le nove sfere sono concentriche, come nella teoria geocentrica classica della cosmologia medievale.