Qual e il libro sacro dei buddisti
Buddismo senza fede
Buddha (sanscrito बुद्ध buddha, “risvegliato” o “illuminato”) è un nome onorifico a contenuto religioso applicato a chi ha raggiunto il completo risveglio spirituale o illuminazione. Nel quadro religioso indiano in cui si sviluppa il buddismo, questo risveglio implica uno stato di tranquillità mentale. Questo avviene dopo aver trasceso il desiderio o bramosia (lobha), l’avversione (dosha) e la confusione (moha).
Uno che conosce le sue esistenze precedenti e vede il mondo della sofferenza e il mondo della felicità; che è arrivato alla fine delle sue reincarnazioni e, dotato di una conoscenza trascendente, sa che la sua mente è pura e completamente libera da tutte le passioni; che si è lasciato alle spalle la nascita e la morte, ha raggiunto la perfezione nella vita spirituale ed è diventato oltre tutto; un tale essere è chiamato “buddha”.
La parola Boddhisattva era presente nel buddismo antico, anche se le fu dato un uso più storico per nominare il percorso di qualcuno che alla fine diventerà un Buddha, come per esempio accadde al Buddha storico. Nel Mahayana, invece, tutti i seguaci saranno incoraggiati a vivere questo sentiero come parte del percorso buddista di ogni praticante.
Libri sacri in quelli grandi
In questo post parleremo del libro sacro del buddismo, conosciuto anche come il Canone Pali, che è diviso in tre parti (pitaka), chiamate Vinayapitaka, Suttapitaka e Abhidhammapitaka. Argomento interessante, vero? Continuate a leggere, amerete questo misterioso soggetto!
Il Libro del Vinaya-pitaka, o La disciplina monastica, è un insieme di regole scritte per mezzo di aneddoti storici o ad hoc che narrano quando, dove e come Gautama Buddha ordinò una o l’altra delle più di duecento regole del codice monastico Theravada.
Il vinaya è il confine che regola il sangha o congregazione monastica del buddismo, che si basa sugli scritti canonici Vinaya Pitaka. Nelle dottrine di Gautama Buddha si possono individuare due grandi classi: il dharma e il vinaya. È un termine Pali o sanscrito che significa disciplina.
Conosciuto anche come il Cesto dei Discorsi, o la raccolta di discorsi o sermoni, è la seconda più grande divisione del Canone Pali, contenente più di 10.000 discorsi o sutra che Gautama Buddha e in alcuni casi, alcuni seguaci stretti avevano proclamato durante il suo servizio che durò 45 anni.
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Tutti questi testi, compresi quelli del Nuovo Testamento, sono considerati ispirati da Dio. Per questo motivo, già nei primi secoli del cristianesimo, tutti quei libri che emergevano dalle esperienze delle varie comunità cristiane furono incorporati nell’insieme. In questo modo, i testi canonici erano chiaramente distinti dai numerosi testi apocrifi, che raccontavano, tra l’altro, anche tappe della vita di Gesù Cristo e che non erano considerati come la Parola di Dio. Tuttavia, gli apocrifi sono fonti primarie per lo studio della Bibbia, delle origini del cristianesimo e dell’influenza di questa ideologia nell’epoca medievale.
Vecchio Testamento
Il libro sacro del buddismo si chiama Tripitaka, il suo nome significa tre cesti, poiché questo manoscritto era scritto su foglie di palma, e queste erano conservate in tre cesti, da cui il significato del suo nome.
Indubbiamente, un manoscritto molto completo e interessante che ogni buddista dovrebbe leggere per capire come Buddha vedeva il buddismo e come intendeva mantenere l’ordine e l’armonia nella sua comunità finché non fosse più in vita.
Messa in un modo più comprensibile e colloquiale, questa cesta, che fa parte del libro sacro del buddismo, contiene le regole e i costumi per vivere insieme e condurre una vita di pace e armonia tra i monaci e le monache. Con ogni regola, c’è una spiegazione e una storia di Buddha che spiega la ragione della regola.
Lo scopo principale di queste scritture è quello di rappresentare il vero sentiero da seguire per i buddisti. Tutto questo si ottiene con la letteratura e le scritture appropriate. Oggi, analizzare e studiare correttamente la letteratura usata in questo libro è molto difficile, poiché richiederebbe un insegnante buddista per analizzare il testo sacro buddista.