Perche lattesa del piacere e essa stessa il piacere
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Qual è la misura che Epicuro vede del piacere?
L’essenza della filosofia consiste nel conoscere l’oggetto finale della vita e delle azioni umane, nel determinare ciò in cui consiste il bene supremo dell’uomo e che costituisce la sua felicità. A parte la felicità perfetta e assoluta, che può essere trovata solo negli dei, se esistono, la felicità relativa, imperfetta e limitata di cui l’uomo è capace consiste essenzialmente nel piacere, poiché il piacere è la cosa che desideriamo e cerchiamo per se stessa, e alla quale subordiniamo tutte le altre cose. Tutti i nostri atti e le nostre aspirazioni devono avere per oggetto il possesso di questa felicità, cioè del piacere possibile all’uomo in questa vita; poiché, avendo perso questa felicità, non ci resta che la speranza illusoria e chimerica della felicità degli dei.
Sembrerebbe giustificato sottolineare che la virtù, per Epicuro, consiste nella ricerca e nella pratica dei mezzi che permettono di acquisire e di assicurarsi il possesso della maggior somma di piacere, come vera felicità dell’uomo, nel senso indicato sopra. Così è che la principale, e come il tronco delle altre, è la prudenza, il cui oggetto è l’interesse personale ben compreso, e il cui ufficio è quello di riconoscere e procurare all’individuo, in vista delle sue condizioni personali e delle circostanze che lo circondano, il percorso che dovrebbe seguire, il tipo di vita che dovrebbe adottare per raggiungere e perseverare nel possesso della maggior somma possibile di piacere o di piacere.
Il problema del piacere
Nonne ei maximam gratiam habere debemus, qui hac exaudita quasi voce naturae sic eam firme graviterque comprehenderit, ut omnes bene sanos in viam placatae, tranquillae, quietae, beatae vitae deduceret? Qui quod quod tibi parum videtur eruditus, ea causa est, quod nullam eruditionem esse duxit, nisi quae beatae vitae disciplinam iuvaret.
Il giorno aveva un significato speciale tra i greci prima di Epicuro, essendo il ventesimo sacro al dio Apollo, e corrispondendo anche al giorno finale dei riti di iniziazione ai misteri di Demetra.[29] Il giorno aveva un significato speciale tra i greci prima di Epicuro.
μήτε νέος τις ὢν μελλέτω φιλοσοφεῖν, μήτε γέρων ὑπάρχων κοπιάτω φιλοσοφῶν. οὔτε γὰρ ἄωρος οὐδείς ἐστιν οὔτε πάρωρος πρὸς τὸ κατὰ ψυχὴν ὑγιαῖνον. ὁ δὲ λέγων ἢ μήπω τοῦ φιλοσοφεῖν ὑπάρχειν ὥραν ἢ παρεληλυθέναι τὴν ὥραν, ὅμοιός ἐστιν τῷ λέγοντι πρὸς εὐδαιμονίαν ἢ μὴ παρεῖναι τὴν ὥραν ἢ μηκέτι εἶναι.
Epicuro sosteneva che il piacere fosse il bene principale della vita.[46] Pertanto, Epicuro raccomandava di vivere in modo tale da ottenere quanto più piacere possibile durante la vita, ma di farlo con moderazione in modo da evitare la sofferenza causata da un eccesso di piacere.[46] L’enfasi era posta sui piaceri della mente piuttosto che su quelli fisici.[46] I desideri inutili prodotti artificialmente dovevano essere soppressi. [47] Poiché la vita politica poteva dare origine a desideri che potevano disturbare la virtù e la pace della mente, come la brama di potere o il desiderio di fama, la partecipazione alla politica era scoraggiata. 48][49] Inoltre, Epicuro cercò di eliminare la paura degli dei e della morte, considerando queste due paure come le principali cause di conflitto nella vita. [50] La morte non è nulla per noi, e il dolore è di solito lieve, e se forte, è di solito breve. 51] Epicuro raccomandava attivamente contro l’amore appassionato, e talvolta credeva che il matrimonio fosse meglio evitarlo. Egli considerava il sesso ricreativo come un desiderio naturale, ma non necessario, che dovrebbe essere generalmente evitato.[52] Epicuro era anche un uomo della stessa mente di Epicuro.
Epicuro condanna a morte
Nonne ei maximam gratiam habere debemus, qui hac exaudita quasi voce naturae sic eam firme graviterque comprehenderit, ut omnes bene sanos in viam placatae, tranquillae, quietae, beatae vitae deduceret? Qui quod tibi parum videtur erudit
Epicuro pensava
Le emozioni per Aristotele sono facoltà emozionali negli esseri umani, che possono generare suscettibilità e far sì che a un certo punto si cambino i giudizi e si generino altri tipi di impressioni; sono accompagnate da piacere e dolore, a seconda degli stati d’animo (che sono presenti) al momento di provare una certa emozione. In questo articolo, oltre a sviluppare una riflessione sulle emozioni dello Stagirita, vengono descritti alcuni di essi e i loro opposti, che sono i più comuni in tutti i suoi scritti, come l’ira e la calma; l’amore e l’odio; la paura e la fiducia; la vergogna e la sfrontatezza; la compassione e l’indignazione; e infine l’invidia e l’emulazione.
Le emozioni sono meccanismi di reazione rapida in situazioni inattese e si manifestano automaticamente; sono anche fenomeni inattesi che possono sorgere in situazioni più semplici. Ma se parliamo di reazioni inaspettate, dobbiamo dire che oltre a questo, sono anche reazioni istintive e di natura altamente cognitiva, come affermava Aristotele, e dipendono dal modo in cui interpretiamo le emozioni, come se fossero il comportamento e le motivazioni degli altri (Konstan, 2023). Per Lacunza (2023): “Le emozioni possono essere considerate eventi momentanei, bruschi, incontrollabili, irrazionali e incomprensibili (…) si manifestano attraverso sindromi corporee che hanno portato diversi scienziati a studiare il loro ruolo nell’evoluzione dell’uomo” (p.1).