Nicolo barella quanti figli ha
Analisi
Un centrocampista di bassa statura (1,72 cm), con una parte inferiore del corpo molto forte, che gli permette di essere importante in vari contesti e zone del campo, e Diego Lopez, adattandosi all’avversario, a sua volta, ci permette di vedere diversi registri di Barella.
Che già menzionato carattere per lucidare, è a sua volta, un’arma molto utilizzata dall’allenatore uruguaiano, ed è che Barella, è un giocatore di un profilo molto creativo, ma non rughe quando si tratta di andare giù per il fango e fare il lavoro sporco. È uno dei placcatori di maggior successo nel campionato italiano, nonostante a volte arrivi un po’ in ritardo.
Nicolò barella
Centraltotal ha scritto:Ha rinnovato da poco, è italiano, non è più in vendita, lo vedo come la firma prioritaria molto più di haland, abbiamo vini e mbappe haland può aspettare ma Modric…. Croato non più!!!
Centraltotal ha scritto:forzainter ha scritto:Centraltotal ha scritto:Ha rinnovato di recente, oltre l’italiano, non lo vendono più.Per il prezzo giusto i cinesi venderanno qualsiasi giocatoreE il prezzo sarebbe? Se Madrid è quello interessato sarà un prezzo esorbitante di sicuro.
Centraltotal ha scritto:forzainter ha scritto:Centraltotal ha scritto:Ha rinnovato da poco, è italiano, non lo venderanno ora.Per il prezzo giusto i cinesi venderanno qualsiasi giocatoreE il prezzo sarebbe? Non lo so onestamente ma penso che sarebbe intorno ai 60 milioni.
Cesar04 ha scritto:L’Inter ha pagato per lui (tra trasferimento e prestito), 45 milioni, quando non era un crack, ora che è molto buono chiederanno molto di più. Il club è rigido non si può chiedere la luna per un giocatore che è buono ma non è Modric o De Bruyne…. Pikachon ha scritto:Non so perché Barella, non so perché… non mi convince, non credo nemmeno che l’Inter sia della sua taglia, Madrid sarebbe troppo grande per lui, questa è la mia opinione.
Federica Schievenin
Inter Milan ha ufficializzato venerdì la firma del centrocampista internazionale italiano Nicoló Barella, che arriva dal Cagliari con un contratto di cinque stagioni.
Un gol dell’argentino Giovanni Simeone è bastato all’Hellas Verona per battere in casa il retrocesso Genoa per 1-0 e avvicinarsi ai posti europei nel 31° turno di Serie A.
Genova non aveva perso dall’arrivo del nuovo allenatore tedesco Alexander Blessin. Lunedì il Genoa aveva un’altra possibilità di vincere e, in caso di vittoria, di uscire dalla zona retrocessione. Ma si sono trovati di fronte un Verona robusto e un Siemone preciso.
Il ‘Cholito’ ha aperto le marcature a meno di cinque minuti dalla fine. La squadra di casa ha esercitato il suo solito pressing alto, quello che li avvantaggia così tanto, per impedire al Genoa di uscire pulito. Johan Vasquez del Messico è stato costretto a giocare lungo e Verona recuperato a centrocampo per collegare rapidamente con gli attaccanti e filtrare una palla attraverso per Simeone a battere il portiere italiano Salvatore Sirigu.
S
Mancini non è mai stato un allenatore con uno stile tipicamente basato sui principi classici del gioco italiano, ma ciò non lo ha privato di formare una squadra vincente e allo stesso tempo lontana dai canoni del catenaccio. L’Italia è una squadra dominata da giocatori dai piedi buoni, una filosofia di gioco basata sull’essere protagonisti con la palla e una verticalità che la rende una squadra eminentemente d’attacco.
Lo schieramento di partenza da dietro è progettato per attirare e poi correre. Gianluigi Donnaruma, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini impostare il gioco con l’obiettivo di ottenere gli attaccanti e centrocampisti avversari a saltare su di loro per creare spazio dietro di loro (sotto).
Per dare un senso al ritmo sulla palla, il giocatore chiave è Jorginho. Tutto passa attraverso di lui. Il giocatore del Chelsea, sempre ben profilato e con la continuità nel passaggio come suo principale alleato, si muove continuamente offrendo una linea per ricevere chiunque lo richieda. I passaggi di Jorginho hanno uno scopo a cui Mancini attribuisce grande valore: evitare la densità e spostare la palla dalla pressione avversaria per chiarire il gioco. Questa gerarchia di gioco ha fatto dell’Italia una squadra con centrocampisti che hanno ruoli diversi e che insieme si completano perfettamente.