Musica leggerissima plagio di quale canzone
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La taverna Android (OBJECTION! I segreti di
I fan di Descemer Bueno e Gente de Zona si sono presi del tempo martedì per ascoltare il brano “Lejos de ti” del cantautore peruviano Pelo de Ambrosio, confrontarlo con “Bailando” alla ricerca di un presunto plagio e dare il loro verdetto sui social media.
Anche se la maggior parte ammette la somiglianza nell’introduzione, descrive l’affermazione di Pelo de Ambrosio come uno stratagemma per ottenere pubblicità e denaro. “Quello che sta cercando con questo è la pubblicità, perché la sua canzone non suona per niente uguale”. “Quando hai soldi, vengono da tutte le parti per buttarti giù”.
I difensori del cantautore peruviano gridano: “Plagio!!!”. Molto mascherato, inventato, ma comunque plagio. Chi ha orecchio, senta”, e incolpa anche le pressioni commerciali dell’industria musicale: “sono 10 note copiate dal cubano, un prodotto tipico del mercato nordamericano”.
Dopo aver ascoltato entrambe le canzoni, un facebukero assicura che non c’è bisogno di essere uno specialista per capire che è “una manovra come un gioco di scommesse: se vince, bene, e se non vince, non perde neanche niente”.
Un Rayo De Sol (Audio stereofonico) [TV spagnola 1970].
Il testo è di Gilles Thibaut, paroliere abituale di Hallyday; e la melodia è stata presa in prestito, senza permesso né diritti, da una canzone del cantautore belga Ferré Grignard intitolata “My crucified Jesus” -1966-, a sua volta ispirata a una canzone popolare anglosassone].
Questo testo di Hallyday-Thibaut si fa beffe del pacifismo propugnato da Antoine e, inoltre, in un altro verso dice qualcosa come: “(…) Se bastassero le parole per rendere tutto reale / Seduto sul suo culo con le braccia incrociate / So che sarei chiuso in una gabbia / Ma farmi entrare [nella gabbia] è un’altra storia / Perché non basta avere i capelli lunghi (…)”. Ahi!
4) Allora l’innocente France Gall cerca di fare pace e di riparare con una piccola canzone intitolata “La guerre des chansons” (1966, una composizione di Robert Gall e Patrice Gall – rispettivamente padre e fratello di France).
In tono neutrale, senza schierarsi con nessuno dei combattenti, Gall dice qualcosa come “(…) La guerra delle canzoni / Con il colpo dell’armonica / Con la chitarra sotto il braccio / Si divorano come leoni / E tutto per i capelli lunghi (…)”; e dice che in fondo gli sta bene “Perché finché avremo questa guerra / Solo nelle canzoni / Non andremo in guerra”.
Marco Antonio Solis y Los Bukis – Christmas Without You Sottotitoli
Nel corso della storia il mondo dei suoni e delle registrazioni che si traducono in produzioni musicali è sempre stato una rete intricata a volte. Fin dall’antichità sono state confrontate diverse versioni per vedere se una è migliore di un’altra e la domanda è: fino a che punto si può chiamare qualcosa plagio?
Non capisco perché dovresti essere così sorpreso, quale artista non ha fatto cover, oltre al fatto che sia uscito prima o dopo, è così importante? Secondo me tutte le canzoni sono eccellenti e molto ben fatte.
Solo coperture e nient’altro che coperture. Non credo che se uno è uscito meglio di un altro, almeno non credo, perché generazionalmente chi è nato in una certa epoca dirà che quello del suo tempo era migliore e così via. D’altra parte può essere relativo perché tutti noi possiamo avere uno o più preferiti. Alcuni esempi possono essere queste canzoni:
Insomma, per quanto alcune canzoni possano sembrare simili o simili tra molte altre, è chiaro che differiscono in diverse caratteristiche. È molto curioso, perché quelli che sembravano così originali all’inizio non avevano poi così tanta originalità, essendo gli adattamenti e le cover i più comuni al giorno d’oggi.
Raymix, Juanes – Oye Mujer
Quando ero bambino, la mia intenzione era di emulare le sensazioni che mi trasmettevano le canzoni che mi piacevano di più, volevo suonare come loro. Non in termini di suono, ma in termini di emozione che ho ricevuto da quelle canzoni che ho suonato più e più volte senza stancarmi di ascoltarle.
In molti casi il plagio avviene per caso. Alcuni casi famosi di plagio non credo siano stati fatti di proposito (forse sono troppo ingenuo). Ma l’autoplagio non dovrebbe essere per caso, si presume che uno conosca se stesso e i pezzi che fa.
Comunque, così come c’è il colesterolo buono e il colesterolo cattivo, penso che ci sia anche una forma “buona” e una “cattiva” di “autoplagio” (forse questa parola non è del tutto corretta da qui in poi, ma penso di poter essere compreso).
In un argomento che hai fatto hai imparato qualcosa, in quello successivo sviluppi quel qualcosa e incorpori qualcos’altro e così via. Probabilmente in ogni argomento c’è qualcosa dei precedenti ma appaiono anche cose nuove e l’intenzione non è quella di ripetere (questa è la cosa importante) ma di avanzare. Tutti noi, con il tempo, acquisiamo uno stile personale, non è una brutta cosa, e se riesci a raggiungerlo, è fantastico. Non lo chiameremo copiare, lo chiameremo “stile”.