Frasi per forma riflessiva apparente
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Nel capitolo 5, sono stati presentati cinque tipi di verbi e la maggior parte di questi verbi sono espressi con l’ordine Soggetto – Verbo nella frase dichiarativa neutra; l’eccezione notevole è il verbo gustar, che è formato di default con l’ordine Oggetto indiretto – Verbo – Soggetto.
In generale, per formare una frase dichiarativa negativa, si esprime la frase affermativa e poi si usa almeno un segno di negazione prima del verbo coniugato, per esempio il segno no. Se una parola negativa come no one o never viene usata prima del verbo, come in (2) o (4), il segno no non viene usato.
Negli esempi (6) – (13) si può vedere che ci sono diverse parole negative diverse da “no” che possono essere usate per formare una frase negativa. L’alternanza di frasi affermative e negative è presentata di seguito con un’attenzione particolare alle parole affermative e negative che rappresentano la stessa funzione in ogni tipo di frase.
Le domande interrogative che chiedono informazioni specifiche su una componente dell’evento tendono a imporre restrizioni grammaticali relative all’ordine delle parole. In generale, l’ordine VS può essere usato solo quando si inizia la frase con una parola interrogativa come cosa, chi, quando, ecc.
Verbo transitivo
Senza discutere se siamo d’accordo o meno con questa classificazione, ciò che è chiaro è che gli studenti di lingua associano significati con elementi grammaticali, il che conferma uno dei principi della grammatica cognitiva.
Con questa classificazione di base e i contributi di Melguizo e Maldonado, abbiamo deciso di provare a creare una mappa dell’enorme territorio che entrambi avevano sgombrato. Abbiamo pensato che doveva essere una mappa perché è il modo migliore per rappresentare un territorio così vasto. Questa idea è stata rafforzata dalla convinzione che se la grammatica è una metafora dello spazio, come afferma Juan Manuel Real Espinosa (2024), la grammatica pedagogica dovrebbe aspirare ad essere una mappa di quello spazio.
Continuiamo con un’immagine figurativa, quella di Jorgito che si mette gli occhiali, perché spiegare verbalmente come un pronome riflessivo serva ad altri scopi che non hanno più questo significato (stiamo parlando delle cosiddette costruzioni mediali ergative e delle cosiddette impersonali) è un’impresa verbale ardua, ma l’immagine ha il vantaggio di aggirare questa difficoltà. Non crediamo che la sua capacità esplicativa sia frutto del caso: il linguaggio è un prodotto della cognizione umana, ed è proprio nel visivo che si trova il suo mezzo di accesso all’informazione più frequente e più efficace. Abbiamo voluto iniziare con un’immagine che rappresenta un’azione facilmente interpretabile come riflessiva (Metti gli occhiali) e che potrebbe essere scomposta in diverse rappresentazioni verbali a seconda dell’aspetto dell’azione su cui il parlante si concentra (Gli occhiali si mettono con cura, che ci darebbe un’interpretazione impersonale o indeterminata del soggetto, e Il braccio è piegato, che ci dà un’interpretazione mediale).
Esempi di verbi quasi riflessivi
Cos’è la parola “se”? Normalmente la parola “se” è un pronome personale di terza persona. Ma la parola “se” può essere anche altre cose oltre a un pronome. A volte analizzare un “se” in una frase non è facile. Vediamo come analizzare la parola “SE”.
A. SE pronome B. SE non pronome A1. Personale: Complemento indirettoLa parola “se” A. Pronome SE A1. Personale: Complemento indiretto A2. Riflessivo o fattuale: Complemento diretto o Complemento indiretto A3. Reciproco: A4. Enfatico A5. Con i verbi pronominali B. Non pronome SE Riflessivo Impersonale Marchio B1. Marchio riflessivo passivo B2.
A.1. Il pronome SE può essere un complemento indiretto: Quando il pronome personale di terza persona (lui/lei) è un complemento indiretto, la sua forma LE (singolare) e LES (plurale) cambia in SE Esempio: Juan dà il libro a Berta > Juan le dà il libro > Juan glielo dà. Se dopo LE o LES c’è un altro pronome personale (lo, la, los o las), come complemento diretto, allora LE si scrive sempre SE. Questo SE è chiamato falso SE. Esempi: Yo compro un móvil ad Andrés> Yo le (a Andrés) comprar un móvil S V V C.D C.D C.I S C.I V C.D Yo se (a Andrés) lo ( el móvil) compro S C.I CD V Non diciamo: Yo LE lo compro. Si dice: lo COMPRO.
Esercizi sui verbi quasi-riflessivi
La riflessione sui nostri processi mentali è poco frequente. Ci mette di fronte a cose sulle quali pensavamo di non avere dubbi, ma per le quali non abbiamo prove. La metacognizione è la base di un sano scetticismo tattico. Pensare al proprio pensiero è una forma di “igiene mentale” riflessiva che ci protegge da false credenze e pratiche infondate.
Abbiamo la tendenza a cercare e trovare modelli e improvvisare teorie e narrazioni. Nel tentativo di dare un senso al mondo, formuliamo teorie e cerchiamo informazioni per confermarle. Tutto ciò che è ambiguo lo interpretiamo a favore della nostra teoria e scartiamo ciò che non si adatta nascondendolo – a noi stessi – in una zona crepuscolare cognitiva. In questo modo costruiamo un falso senso di conoscenza e di sicurezza che ci rende irritati e arrabbiati quando qualcuno discute con noi o ci dimostra che abbiamo torto. Il bias di conferma, il ragionamento motivato e molti altri modi di pensare deviati hanno la funzione di impedire alla realtà di portarci fuori dalla nostra zona di comfort.