Cose alcuni in analisi logica
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Relazione tra logica e linguaggio
Dottrina delle leggi del pensiero umano, che separa l’indagine di queste leggi dalla natura. Questa logica si occupa non della verità materiale (riflessione e pensiero fedeli dei fenomeni della natura), ma della verità formale (corrispondenza con i principi della logica). Da qui il nome “logica formale”. La logica formale attribuisce grande importanza all’indagine delle varie forme di giudizi e argomenti umani, essendo interessata solo a sapere se un determinato giudizio o argomento corrisponde o meno ai principi della logica. La logica formale è il fondamento del metodo metafisico. La dialettica – logica materialista – presuppone che il contenuto del pensiero e i principi o le leggi della logica debbano corrispondere alla materia, alla natura e alle sue leggi. Le leggi della logica formale si oppongono alle leggi della logica dialettica.
La prima legge della logica formale è espressa dalla formula: “A è A”, che significa: ogni oggetto e ogni concetto sono sempre uguali a se stessi. Secondo questa legge, ogni fenomeno è qualcosa di immutabile e fossilizzato. La dialettica materialista dimostra l’inconsistenza di una tale concezione delle cose. Per esso, ogni oggetto è e non è identico a se stesso, poiché è in un processo di mutazione, di sviluppo. “La pianta, l’animale, ogni cellula, in ogni momento della sua vita, è identica a se stessa e, allo stesso tempo, differisce da se stessa, grazie all’assimilazione e disassimilazione di sostanze, alla respirazione, alla formazione e morte delle cellule. Ma anche nella natura inorganica l’identità come tale non esiste veramente” (Engels).
La loro relazione con la logica ci aiuta a ragionare quando eseguiamo operazioni con i numeri.
Propongo che il pensiero critico e le logiche condividano tre presupposti: assumono intuizioni sulla realtà, permettono all’agente di “credere”, e svolgono attività razionali intorno alle credenze. Mostro due attività complementari quando si tratta di elucidare e conoscere: le pratiche formali e concettuali-pragmatiche dell’agente; che intuisce, crede, formalizza e soddisfa criteri metodologici attraverso certe virtù nel suo discorso e pratica razionale: ordine nel suo pensiero, rigore logico, chiarezza e brevità concettuale, rilevanza epistemica nelle sue asserzioni, congruenza pensiero-azione. Confronto in modo nuovo i compiti del logico, concludendo che, se l’agente non ha sviluppato capacità di pensiero, non raggiunge la costruzione di una visione della realtà, rappresentata in modelli e teorie; qualcosa di necessario nella scienza.
Propongo che il pensiero critico e la logica condividano tre presupposti: assumono intuizioni sulla realtà, permettono all’agente di “credere” e svolgono attività razionali intorno alle credenze. Mostro due attività complementari quando si tratta di elucidare e conoscere: le pratiche formali e concettuali-pragmatiche dell’agente; che intuisce, crede, formalizza e soddisfa criteri metodologici per raggiungere certe virtù nel suo discorso e nella sua pratica razionale: ordine nel suo pensiero, rigore logico, chiarezza e brevità concettuale, rilevanza epistemica nelle sue affermazioni, congruenza pensiero-azione. Confronto i compiti del pensatore logico e critico, concludendo che, se l’agente non ha sviluppato capacità di pensiero, non raggiunge la costruzione di una visione della realtà, rappresentata in modelli e teorie; qualcosa di necessario nella scienza.
L’importanza della logica nel linguaggio quotidiano
La logica è una branca della filosofia[1] di natura interdisciplinare, intesa come la scienza formale che studia i principi della dimostrazione e dell’inferenza valida,[2] le fallacie, i paradossi e la nozione di verità.[3] Le origini della logica possono essere fatte risalire all’età antica, con propaggini indipendenti in Cina, India e Grecia.
Le origini della logica risalgono all’Antichità, con propaggini indipendenti in Cina, India e Grecia. Da allora, la logica è stata tradizionalmente considerata una branca della filosofia, ma nel XX secolo la logica è diventata principalmente logica matematica, e quindi ora è considerata anche parte della matematica, e persino una scienza formale indipendente.
La parola “logica” deriva dal greco antico λογική logikḗ, che significa “dotato di ragione, intellettuale, dialettico, argomentativo”, che a sua volta deriva da λόγος (lógos), “parola, pensiero, idea, argomento, ragione o principio.”[7][8][i]
Nel linguaggio quotidiano, espressioni come “logica” o “pensiero logico” portano anche un senso intorno a un “pensiero laterale” comparativo, rendendo il contenuto dell’affermazione coerente con un contesto, sia di un discorso o di una teoria della scienza, o semplicemente con credenze o prove trasmesse dalla tradizione culturale.
Logica
Questo articolo, intitolato La formalizzazione logica del linguaggio come punto di partenza per l’analisi oggettiva del discorso e l’argomentazione scientifica, si concentra sull’evoluzione dell’analisi logica del discorso, dagli approcci antichi alle strutture logiche binarie che serviranno come base per la costruzione di teorie scientifiche.
L’obiettivo dell’articolo è quello di analizzare i processi di formalizzazione del linguaggio attraverso un’analisi storica della logica, al fine di determinare gli elementi logici che contribuiscono alla formalizzazione del linguaggio e alla costruzione di argomenti scientifici validi.
L’importanza dell’argomento risiede nel fatto che, a seguito di quanto accennato nel paragrafo precedente, certi filoni di filosofia con influenza post-strutturalista difendono che il linguaggio ha un’ampiezza che non può essere coperta dall’analisi logica, per cui la logica formale perde ogni valore per la realtà, ma accade che i prodotti scientifici, le teorie accademiche e il linguaggio in generale richiedono struttura e analisi logica per la loro corretta comprensione; È qui che diventa evidente l’attualità del tema sollevato, dato che si considera di vitale importanza riaffermare la necessità e l’utilità della formalizzazione logica del linguaggio al momento attuale.