Cose abbastanza in analisi grammaticale
Contenuto
Significato di sufficiente
Il soggetto: l’entità di cui si dice qualcosa. In termini strutturali, il soggetto è espresso come una frase sostantiva. Di solito è espresso come un sostantivo ((1)-(5)) o come un pronome esplicito ((6)-(7)); può essere un soggetto semplice (es. (1) – (3)) o piuttosto complesso (es. (4) – (5)):
RIPASSO: Nell’analisi grammaticale si parla di PRIMA persona, SECONDA persona e TERZA persona singolare o plurale. I pronomi personali del soggetto che corrispondono ad ogni persona sono riportati di seguito.
In inglese queste stesse frasi sono espresse con il soggetto “There” o “It”, ma questi soggetti non hanno alcun riferimento (cioè soggetto vuoto), ma sono espressi perché l’inglese richiede sempre l’espressione di un soggetto esplicito.
Se il riferimento al soggetto viene cambiato nella stessa espressione, di solito viene incluso un soggetto esplicito – negli esempi (12) e (13) sembra raro cambiare il riferimento al soggetto senza includere il soggetto pronominale esplicito.
Bisogna notare che negli esempi di (41) e (42) i pronomi espliciti possono essere espressi senza alzare il tono di voce (come si fa in inglese). Nell’esprimere questi enunciati l’inclusione del pronome esplicito è sufficiente per attirare l’attenzione sul contrasto/focus che il parlante vuole esprimere.
Abbastanza” è un aggettivo
Dove TAM designa uno o più morfemi che insieme e spesso sincreticamente, come si addice a una lingua di fusione, esprimono le categorie grammaticali di tempo-aspetto-modo. I morfemi di persona spesso esprimono anche il tempo simultaneamente, poiché in certi tempi come il passato semplice perfetto, lo stesso marcatore indica sia il tempo che la persona, per esempio in amé, amaste,… le finali identificano non solo la persona, ma anche l’aspetto perfetto e persino il tempo passato.
In spagnolo, i prefissi provengono generalmente da vecchie preposizioni di origine latina (in alcuni casi anche alcuni morfemi presi dal greco sono produttivi). Questo significa che un prefisso è la sillaba o la parola che viene prima della radice di una parola, per formare un’altra parola con un altro significato ma sempre mantenendo la relazione con la parola iniziale. Semanticamente o per significato, possono essere classificati in questi cinque tipi:
I suffissi superlativi per gli aggettivi sono -ísim- e -érrim-; il primo è il più usato, a volte modificando la forma del lessema: cierto-certísimo, bueno-buenísimo, fuerte-fortísimo, nuevo-novísimo, eccetera. Il secondo si usa per formare il superlativo di parole come libre (libérrimo), célebre (celebérrimo), acre, agrio (acérrimo), pobre (paupérrimo), íntegro (integérrimo), salubre (salubérrimo), eccetera.
Esempi di funzioni grammaticali
La grammatica è lo studio delle regole e dei principi che governano l’uso delle lingue e l’organizzazione delle parole all’interno di frasi e altri costituenti sintattici. Si chiama anche l’insieme delle regole e dei principi che governano l’uso di una particolare lingua; così, ogni lingua ha la sua grammatica.[1][2] La grammatica è lo studio delle regole e dei principi che governano l’uso di una lingua.
Fu Dionigi di Tracia, nel suo Tékhne Grammatiké (I secolo a.C.), a stabilire una terminologia che le grammatiche occidentali successive avrebbero ereditato da quelle latine.[10] Gli antichi romani, con a capo Elio Donato, crearono il termine litteratura (da littera, “lettera”) che riservarono alla parte storica e interpretativa, mentre conservarono l’ellenismo grammatica per l’insieme di norme e regole.[10] Si ritiene che il termine “grammatica” sia stato utilizzato per la grammatica di una lingua.
La “tekhné Grammatiké” (Τέχνη Γραμματική), attribuita a Dionigi di Tracia (100 a.C. circa), è considerata la prima grammatica, in termini moderni, scritta su una lingua europea.[11] La grammatica latina si sviluppò secondo modelli greci a partire dal I secolo a.C, grazie al lavoro di autori come Orbili Pupil, Palemnó, Marco Valerio Probe, Verri Flaco e Aemilius Asper. D’altra parte, l’Ars Grammatica di Elius Donatus (IV secolo) fu dominante negli studi grammaticali durante il Medioevo.
Abbastanza” è un avverbio
– Quando vive con il buldero può mangiare e non soffre la fame, ma è un ladro. Il buldero prende soldi da altre persone per le preghiere, Lazarillo lascia il buldero perché si rende conto che il lavoro non era un modo sincero per i soldi.
L’ecclesiastico – Nel secondo capitolo, Lazarillo incontra e viene accolto da un’altra persona che non gli dà da mangiare. È ironico, perché il lavoro di un chierico è quello di dare ai poveri, ma lui tiene il cibo in una cassa. La persona rappresenta la corruzione della chiesa cattolica.
Lo scudiero – È la prima persona nel libro che ha una voce di ragione. Conosce le ingiustizie della società. È come Lazarillo e lavora con un padrone per soldi. Non ha neanche cibo, anche Lazarillo ha fame con lui.
Serve come sesta persona nel testo. Egli fornisce a Lazzaro un asino per vendere l’acqua. Questa è la prima volta che Lazzaro ha fortuna e può guadagnare denaro per se stesso. Non c’è molta spiegazione di questo personaggio perché il capitolo è troppo breve.