Cosa vuol dire essere comunista
Contenuto
Paesi comunisti
La critica al comunismo, generalmente inteso come marxismo-leninismo, è una caratteristica condivisa da varie ideologie politiche che si oppongono all’instaurazione di uno stato socialista, alla sua organizzazione o governo, e alla teoria o pratica del marxismo-leninismo che lo propone.
Le critiche al comunismo sono, per la maggior parte, una critica alla scuola principale di questa dottrina, il marxismo-leninismo, che, essendo la pratica politica predominante del comunismo del XX secolo, presenta nel suo programma d’azione misure che sono descritte in forma sintetica qui sotto:
In ogni caso, bisogna ricordare che ci sono state forme di comunismo democratico come il comunismo conciliatore che non sostenevano l’instaurazione di regimi diretti dall’alto, e anche ideologie socialmente vicine al comunismo come la teologia della liberazione che erano cristiane e non atee.
Le rivoluzioni democratiche contro gli stati socialisti furono un’ondata di ribellioni che si svilupparono nell’Europa dell’Est (in Polonia, Germania dell’Est, Cecoslovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania) e in Cina nel 1989.
Cosa significa essere un esempio comunista
Il comunismo è un’ideologia politica e un’organizzazione sociale. È una forma di socialismo (un’ideologia politica emersa durante la rivoluzione industriale, elaborata da Karl Marx e Friedrich Engels).
Il comunismo propone, quindi, un’equa distribuzione economica, che si realizza con il controllo statale sui salari, sui mezzi di produzione (fabbriche e imprese), sui manufatti e sulla proprietà privata. In altre parole, una distribuzione democratica della ricchezza in modo che non ci siano differenze sociali.
Marx tendeva a usare i termini comunismo e socialismo in modo intercambiabile. Tuttavia, egli identificò due fasi del comunismo che avrebbero significato il completo rovesciamento del capitalismo (un sistema economico e sociale basato sulla proprietà privata e sul capitale come generatore di ricchezza), una dottrina che il socialismo non era destinato a rovesciare completamente.
Ci sono studiosi che sostengono che il socialismo è necessario per passare da un sistema capitalista a uno comunista, cioè per passare da un sistema in cui la borghesia ha il potere sul proletariato a uno in cui i mezzi di produzione non sono in mano a una minoranza borghese.
Caratteristiche del comunismo
Un partito comunista è un partito politico che basa la sua ideologia e le sue pratiche politiche sulla teoria marxista in qualsiasi delle sue forme o scuole e la realizzazione di una società comunista. Il partito comunista, a differenza dei partiti socialista, socialdemocratico e operaio (che furono creati nella seconda metà del XIX secolo), emerse nella prima metà del XX secolo come risultato della prima guerra mondiale (1914-1918), la rivoluzione d’ottobre (1917) e, soprattutto, la creazione dell’Internazionale Comunista. È il risultato della scissione dei partiti della Seconda Internazionale che si opponevano alla guerra, sostenevano la rivoluzione bolscevica e si consideravano rivoluzionari e contrari alle tattiche cosiddette “revisioniste”. Come critica alla socialdemocrazia e alla sua diversità di opinioni e fazioni è l’idea che il partito debba essere un’organizzazione coesa e disciplinata, composta da persone dedicate alla militanza rivoluzionaria che guidano il processo politico verso il socialismo.
Le origini del comunismo
Essere comunista è lottare per una società pacifica e per la pacificazione delle coscienze degli individui, che include la de-alienazione del lavoro necessario e l’armonizzazione delle attività produttive dell’uomo con il rispetto della natura.
Essere comunista è lottare per l’uguaglianza di genere, per una società in cui si possa veramente dire che l’emancipazione della donna è una realtà che simboleggia il livello culturale raggiunto socialmente.
Essere comunista oggi è essere internazionalista e solidale con gli esseri umani e con le culture sfruttate e oppresse: mettersi al servizio delle vittime, degli sfortunati, di coloro che hanno meno, dei proletari del mondo. In un mondo globalizzato come il nostro, il comunista deve pensare globalmente e agire localmente senza perdere di vista il fatto che, nella lotta per l’uguaglianza sociale, l’accento deve sempre essere posto sull’elevazione di coloro che sono alla base, indipendentemente dalla loro origine, etnia, nazionalità, religione o credo.