Cosa significa il cielo stellato sopra di me
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Non lasciate mai che un senso di moralità vi impedisca di fare ciò che è giusto.
L’ambizione filosofica di Immanuel Kant era quella di ricostruire la disciplina filosofica in modo tale che non le si potesse rimproverare la sua mancanza di sistematicità, e che potesse essere sottoposta a quello che oggi sarebbe uno “stress test” ed essere così messa alla pari e intronizzata nell’Olimpo di tutte le scienze riconosciute del suo tempo (fisica, matematica, logica…).
In tutto il suo discorso, che ha come filo conduttore la critica della ragione, si spinge verso l’idealismo trascendentale: nulla può essere conosciuto o pensato se non da qualcuno, da un soggetto (pensante)…; tutto ciò che esiste, esiste per un soggetto; altrimenti, non ha senso.
E un punto culminante della sua filosofia si trova nella sua etica, il noto “imperativo categorico”: come conseguenza del fatto che ogni pensiero è fatto da un soggetto, l’esistenza di un’etica universale nasce anche dal soggetto, dalle persone. Così, regole di comportamento valide e universali sono dettate dalle persone per le persone, ma con la certezza che possono essere desiderate e rispettate da tutti.
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Se cerchiamo l’esistenza di Dio nel materialismo non riusciremo mai a toccarlo fisicamente, ma Egli è presente in tutta la natura: la scienza umana non decifrerà mai l’energia spirituale, il soprannaturale, né i misteri della fede.
Ci sono scienze di verifica e di spiegazione. Tutte le scienze hanno nature o essenze universali: alcune nature sono conosciute o manifestate (anche se mai completamente conosciute); queste le chiamiamo scienze deduttive o esplicative, come la matematica e la filosofia.
Le scienze di verifica o induttive, come la fisica, dove la conoscenza delle ragioni o cause è data dagli effetti, sono identificate da segni o sottotitoli, hanno come oggetto lo studio della materia, ma non trascendono necessariamente nel tempo, non arrivano alle nature, hanno un valore esplicativo.
La conoscenza dello scienziato è occuparsi del fenomeno, dell’apparenza dell’essere, utilizzando i sensi come strumenti, è una conoscenza sensoriale, diversa dalla conoscenza metafisica che penetra nell’essere utilizzando l’intelligenza, la cui capacità è astratta, si interessa dell’essere nella sua essenza, come essere, senza negare la conoscenza sensibile dello scienziato.
Frasi di Kant
Nella Critica della Ragion Pratica, I. Kant afferma: “Due cose riempiono la mente di sempre nuova e crescente ammirazione e soggezione, quanto più spesso e costantemente vi si riflette: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”. Nel suo ultimo libro, Julia Iribarne usa la stessa frase per descrivere la meta del percorso che ha seguito: la fede nel significato della totalità della vita. Con la stessa convinzione che questo è l’unico modo in cui si può svelare il senso della vita stessa, questo scritto avanza una lettura del suo ultimo libro nell’orizzonte delineato dalla domanda: cosa scrive una filosofa alla fine della sua vita?
Imperativo categorico
Kant scrive nell’appendice alla Critica della Ragione Pratica (Kritik der praktischen Vernunft; di seguito KpV) che ci sono due cose che lo riempiono di ammirazione (Bewunderung) e rispetto (Ehrfurcht): “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me”.1 Questi due “oggetti” di conoscenza corrispondono alla ben nota distinzione tra mondo sensibile e morale (o mondo intelligibile) nella filosofia kantiana. Con il primo oggetto, il mondo sensibile, si affronta la questione delle condizioni di possibilità della conoscenza e della sua struttura cognitiva nei limiti della ragione. Questo compito è esaminato a lungo nella sua filosofia teoretica e specialmente nella Critica della ragion pura (Kritik der reinen Vernunft; di seguito KrV) e nei Prolegomeni. La strategia kantiana consiste nell’analizzare la struttura delle rappresentazioni che gli esseri umani producono degli oggetti esterni (fenomeni). L’altro oggetto, la morale, non è il risultato dell’esperienza empirica, né la sua validità dipende da essa, ma da una razionalità a priori e libera.2 Pertanto, uno dei compiti centrali in opere come la KpV e la Grundlegung zur Metaphysik der Sitten (di seguito GMS) è stabilire una legge morale valida per ogni soggetto razionale.