Come si traduce il participio futuro in latino
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Participi passivi latini
Es: consul hostes flumen trangredientes agressus est, da tradurre: il console attaccò i nemici attraversando il fiume. Si noti che il participio presente deve essere tradotto con una forma passata perché esprime un’azione simultanea a quella del verbo principale, che a sua volta è al passato.
Tuttavia, quando concorda con un altro elemento della frase, è quasi sempre consigliabile usare una clausola relativa dipendente da quell’elemento, rendendo così chiara la relazione tra il participio e la parola con cui concorda.
A volte, il participio ha un chiaro valore avverbiale, causale, temporale o condizionale. Ci sono molte formule per tradurlo, quindi in ogni caso si deve cercare quella che meglio si adatta all’idea espressa dal testo, ricordando sempre che, anche in spagnolo, il gerundio viene usato con significati molto diversi:
Se viene riprodotta la costruzione latina, tradurremo prima il participio e poi il sostantivo. Tuttavia, possiamo anche usare perifrasi come “Una vez que…”, “Al…” o “Después de que…”.
Spiegazione dei participi latini
Come è stato detto, poche parole provengono dai participi del futuro. Per esempio c’è ventura (dal verbo venire, venire) che significava “le cose che verranno”, buenaventura (formazione su ventura) e aventura (dal verbo advenio, venire), che sono anche le cose casuali che possono venire a te.
Il futuro è anche un tempo verbale con due varianti (imperfetto e perfetto). Così come i nostri tempi verbali, con qualche rimodellamento, sono un’eredità diretta della coniugazione latina (per esempio amabam è “ho amato” ed è rimasto quasi identico), la lingua romanza, così come crea forme composte usando il verbo habere (avere) come ausiliare, sulla base di espressioni come habebam scriptum (l’ho fatto scrivere), e genera il nostro “aveva scritto”, innova allo stesso modo anche per i futuri. Invece di usare l’autentico imperfetto futuro latino, che è andato perduto, i parlanti che hanno generato la lingua romanza hanno preferito fare un giro con infinito e habere (avere). Così hanno preferito dire amare habeo (devo amare)> amar-he > amerò, scribere habeo> scrivere-he> scriverò.
Participio latino pdf
3. Creazione di nuovi tempi verbali. Il latino conosceva il futuro, ma solo il futuro dell’indicativo presente, imperfetto e perfetto (AMABO, AMAVERO, amaré, habré amado; azioni che avvengono in un momento successivo, futuro, al presente). In spagnolo si formano quattro nuovi tempi futuri, oltre ai due latini: futuro del passato in indicativo (i cosiddetti condizionali semplici e composti; amaría, habría amado. Mi ha detto che mi amava. Mi ha detto che mi avrebbe amato. Entrambe le azioni sono successive, future, a un tempo passato, dijo) e il congiuntivo futuro (imperfetto e perfetto; amare, hubiere amado).
b) Il congiuntivo futuro (amare) deriva dalla fusione del futuro perfetto latino dell’indicativo (AMAVERO) e del perfetto pretérito (AMAVERIM), tempi che si distinguono formalmente solo nella prima persona.
I futuri latini in -bo e -am (AMABO, DICAM) scomparvero e furono sostituiti, già nel latino volgare, da forme analitiche (perífrasis) costruite con l’infinito seguito dal tempo presente di HABERE (anche DEBERE e VELLE, che avevano un aspetto obbligatorio): cantare habeo, dicere habeo > “devo cantare / cantare lui”, “devo dire / dire lui” > “canterò”, “dirò”.
Futuro infinito latino
Il participio presente ha solo la voce attiva, il participio perfetto ha solo la voce passiva e il participio futuro ha entrambe le forme. I verbi deponenti nel modo participio e nel tempo presente hanno la stessa forma dei verbi non participiali, dato che non esiste una forma passiva (es. verbo: loquor – participio: loquens-loquentis).
Si forma sul supino (ultima forma della frase). Gli togliamo la -um e allora si declina come un aggettivo di prima classe ( bonus-a-um). Tutte le coniugazioni formano il participio perfetto passivo allo stesso modo.
Questa costruzione ha un valore causale-temporale e viene normalmente tradotta con un gerundio, con il participio perfetto passivo, come nella frase di esempio, ammette anche la traduzione con il participio.
Ciao, buon pomeriggio, per quanto mi ricordi, il participio attivo presente si declina con le terminazioni degli aggettivi soggettivi di seconda classe in -i (terza declinazione). Pertanto, il participio ablativo desinenza dovrebbe terminare con -i e non -e. Inoltre, ci si rende conto dell’errore quando si vede il genitivo plurale con finale -ium. Saluti e spero di avervi aiutato