Chi sono gli iracondi e gli accidiosi nella divina commedia

Paradiso (commedia divina) pdf

V5: Per rassicurare Dante, Virgilio contrappone ciò che è e ciò che non è proprio. Differenziando tra la paura che può albergare in lui (e a sua volta enfatizzandola iniziando il verso con quell’argomento) e il potere, qualunque esso sia, prerogativa di Plutone, li distanzia e li separa, prendendoli ai lati del punto e virgola. La prolissità argomentativa di far loro vedere che non devono lasciarsi influenzare da autorità che sono, da parte loro, inadeguate per loro (alle quali non solo sono estranei, ma dalle quali sono protetti) è consustanziale alla distanza posta tra la tua e l’elli abbia all’interno dell’endecasillabo.

V8: Plutone è descritto come un lupo, in linea con il suo aver avuto un tempo una lupa come simbolo di avarizia (cfr. Canto I), e in corrispondenza con la sua natura di guardiano degli avari (e dei loro gemelli opposti, i prodighi).

V9: L’urlo di Plutone è reso inutile dalla vigorosa controdenuncia di Virgilio. Il contenuto epigrammatico e sentenzioso dell’endecasillabo è rafforzato dal senso implosivo della distruzione che quest’ultimo ordina al primo (se si può parlare di imperatività di un’ombra verso un demone, e in cui si dovrebbe meglio ascoltare una sorta di insulto sfidante, come direbbe un ragazzo ad un altro), dalla spirale della dizione che va da dentro te a tua, dal feedback delle velocità che scendono al centro, ma si nutre di ciò che sosteneva Sant’Agostino che l’odio distrugge colui che odia e non il suo oggetto.

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