Chi e ludovica valli
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È stata Ludovica Valli a sorprenderci con un pezzo simile al suo arrivo alla prima di ‘The World to come’ alla Biennale, una creazione dello studio milanese Antonio Riva che è impossibile passare inosservata.
Come la stessa italiana ha espresso sul suo profilo Instagram, questo look è una rappresentazione del suo attuale stato d’animo in cui si sente come se fosse su una nuvola “avvolta nel caldo abbraccio di un piumone”. Forse questa è la sensazione che meglio si adatta a un giorno di nozze in cui la sposa è circondata da tutta la sua gente mentre celebra l’amore con stile.
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Bombon Projects apre la sua nuova sede il 4 maggio con una mostra personale dell’artista italiana Ludovica Carbotta, (Torino, 1982). Il progetto sarà la prima presentazione del lavoro multidisciplinare di Carbotta nella nostra città. Per questa occasione, lo spazio della galleria si trasformerà in un’installazione temporanea, dove le opere faranno parte dello stesso processo di fruizione, esplorazione e costruzione di se stesse. Sia chi scrive che chi legge queste righe ha senza dubbio un’origine. A priori, gli individui sono in gran parte il prodotto di questa origine, che influenza le nostre qualità fisiche e psicologiche. Se applichiamo l’idea dell’esistenza di una personalità (in mancanza di un termine migliore) a un’opera d’arte, è facile capire alcune cose e forse più problematico capirne altre. Il progetto confronta la nozione di crescita con quella del processo scultoreo. La mostra presenterà un’entità in costante progressione. Questo pezzo sembra aver adattato e ricevuto le sue forme dal proprio ambiente geografico, che in questo caso non è altro che il territorio della città di Barcellona. Questo processo informa una sequenza di momenti chiave, che assumono sia una forma fisica che quella di un testo immaginario elaborato dalla neuroscienziata Isabel Valli in conversazione con l’artista. Curiosamente, questo tipo di genesi formale non avrà in senso stretto un inizio e una fine.
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Un artista italiano specializzato nello studio e nell’esplorazione fisica dello spazio urbano sarà incaricato di inaugurare il nuovo spazio dove è stata appena installata la galleria Bombon Projects con la mostra Paphos, dal 4 maggio al 17 giugno.
Lo vedrete passando in rassegna una serie di momenti chiave del processo che quest’opera subisce e che prenderà la forma sia di un oggetto fisico che di un testo immaginario che è stato elaborato dalla neuroscienziata Isabel Valli, in conversazione con l’artista stessa.
Testi, installazioni, performance… Queste forme e molte altre assumono le creazioni di Ludovica Carbotta, un’artista formatasi alla Goldsmiths University di Londra che ha dedicato la sua pratica artistica ad esplorare fisicamente lo spazio urbano e a vedere come le persone stabiliscono legami e connessioni con l’ambiente in cui viviamo.
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All’inizio l’io sta al centro della realtà, ignaro dei propri limiti, fondendosi con il mondo esterno. Così nelle prime fasi una scultura cresce, inseparabile dagli elementi dell’ambiente circostante, al punto da non riuscire a distinguersi dagli strumenti usati per la sua forgiatura e dagli oggetti che si trovano nelle vicinanze nello spazio dello studio. In queste fasi iniziali una scultura non si distingue nemmeno dallo scultore, ma lo scultore è pienamente in grado di identificare questa divisione? Le due cose si fondono senza soluzione di continuità, senza una chiara distinzione tra dove finisce l’una e inizia l’altra.
Nel corso del tempo l’argilla continua a crescere o a cambiare o ad asciugarsi o a restringersi. Lo sviluppo si sviluppa attraverso fasi che incorporano incontri con sculture nella città – incontri fisici o desiderati. Le immagini degli altri diventano così parti del sé, rispecchiando gli altri come unica prova tangibile della loro esistenza. Proprio come i neuroni specchio che sono attivi quando si fa qualcosa ma anche quando si osservano gli altri che fanno quella stessa cosa. Diciamo sia quando si sorride e anche quando si osserva qualcun altro sorridere. La loro misteriosa funzione contribuisce alla comprensione delle emozioni, delle intenzioni e delle azioni degli altri. Entrando in risonanza interna con l’altro per creare una teoria della mente, una presunzione di ciò che un altro pensa o sente. Un rispecchiamento che è la base dell’empatia.