Che cose per cartesio il dubbio iperbolico
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Il superamento del dubbio è la certezza assoluta.
Cartesio propone un metodo che deve essere matematico e universale, qualunque sia la sua applicazione o il campo della conoscenza a cui si riferisce. La definizione di ciò che intende per metodo si trova nella regola IV della sua opera “Regulae ad directionem ingenii”:
Il primo vantaggio che ci dà questo metodo è l’evitare l’errore. Ma, oltre a fornirci un insieme di regole o procedure per dedurre ciò che già sappiamo, può essere applicato a qualsiasi nuovo campo di conoscenza. Il metodo ci permetterà di aumentare la nostra conoscenza e di scoprire nuove verità.
“Non ammettere mai nulla come vero senza sapere con evidenza che era vero: cioè, evitare con ogni cura l’imprudenza e la prevenzione, e non comprendere nei miei giudizi altro che ciò che si presentava così chiaramente e distintamente alla mia mente che non avevo occasione di dubitarne”.
Cartesio è un precursore del metodo basato sull’evidenza. Accetta come vero solo ciò che è evidente. Ma cosa è evidente? L’evidenza avviene solo nell’intuizione, cioè in un atto puramente razionale con cui la nostra mente coglie o “vede” immediatamente e semplicemente un’idea. L’intuizione è la comprensione intellettuale immediata di un’idea. Immediato implica che non c’è nessuna catena deduttiva coinvolta e, inoltre, che non c’è nessuna compenetrazione con qualcosa di sensibile (nessun senso o esperienza sono coinvolti nell’afferrare quell’idea). Se ciò che è evidente è ciò che viene intuito, cos’è che la mente intuisce? idee chiare e distinte.
Esempi di dubbio metodico
Questo articolo indaga sulla posizione della religiosità nella vita e nell’opera di colui che è stato considerato il padre della filosofia moderna, René Descartes. Tra le altre cose, discute la relazione tra il cristianesimo ereditato da Cartesio e il suo sistema filosofico, così come se quella di Cartesio è l’etica di un ateo o quella di un credente, scommettendo su un’etica provvisoria piuttosto che su un’etica provvisoria. L’autore cerca di smascherare la posizione dello scrittore delle Meditazioni metafisiche, sostenendo che quella di Cartesio è l’opera di un filosofo cristiano; la discussione continua facendo ulteriori distinzioni tra cattolicesimo e protestantesimo. Tratta anche dei sentimenti caratteristici dell’esperienza di entrambe le confessioni di fede: angoscia e fiducia, e infine caratterizza la posizione adottata da Cartesio. L’analisi si basa sugli studi storico-critici attualmente disponibili sul pensatore francese e sottolinea il valore delle sue lettere nella corretta lettura della sua opera.
Tipi di dubbio
Questo articolo indaga sulla posizione della religiosità nella vita e nell’opera di colui che è stato considerato il padre della filosofia moderna, René Descartes. Tra le altre cose, discute la relazione tra il cristianesimo ereditato da Cartesio e il suo sistema filosofico, così come se l’etica di Cartesio sia l’etica di un ateo o quella di un credente, e se la sua etica sia più provvisoria che provvisoria. L’autore cerca di smascherare la posizione dello scrittore delle Meditazioni metafisiche, sostenendo che quella di Cartesio è l’opera di un filosofo cristiano; la discussione continua facendo ulteriori distinzioni tra cattolicesimo e protestantesimo. Tratta anche i sentimenti caratteristici dell’esperienza di entrambe le confessioni di fede: angoscia e fiducia, e infine caratterizza la posizione adottata da Cartesio. L’analisi si basa sugli studi storico-critici attualmente disponibili sul pensatore francese e sottolinea il valore delle sue lettere nella corretta lettura della sua opera.
Dubbio parziale
Bisogna dire che Cartesio ha dato origine a queste accuse di solipsismo e di superbia che, anche durante la sua vita, non hanno cessato di essergli rivolte. Fin dalle prime formulazioni del suo progetto scientifico, Cartesio ha sottolineato il carattere necessariamente solitario della sua impresa, e persino la superiorità dell’impresa intrapresa da un singolo individuo. Per esempio, nelle Regole per la direzione dello spirito (FA I 86), egli oppone la conoscenza puramente storica che consiste nell’accumulo di conoscenze attuali, o quella che chiamerà anche “la scienza dei libri”, alla vera scienza che procede per dimostrazione e non ricorre all’opinione di altri. Il possesso della scienza da parte della mente si riconosce dalla capacità che ha acquisito di dare giudizi sugli argomenti studiati, e non dal sapere cosa hanno pensato gli altri:
Cartesio presenta le sue meditazioni come “così metafisiche e così insolite” che esita a condividerle con tutti. Per quanto riguarda le regole di metodo e le scoperte che ci permettono di fare, ci avverte anche che non dovrebbero essere date a tutti, non a causa di un carattere esoterico (contrario alla sua filosofia), ma perché il loro uso richiede la prudenza e il discernimento che mancano alla maggior parte delle persone che sono curiose di queste cose.