Che cosa si intende per pulvino
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La pianta risentita
In botanica, i pulvini sono un ispessimento o un allargamento a cuscinetto della base della foglia o del picciolo delle foglie o delle foglioline di alcune specie, che, a causa delle variazioni del turgore dei loro tessuti, possono causare cambiamenti nella posizione o nel movimento delle foglie.[1] In molte specie, i movimenti delle foglie, da quasi orizzontale durante la crescita della pianta a quasi orizzontale durante la crescita della pianta, possono portare a un cambiamento nella posizione della foglia.
Una particolare caratteristica istologica delle pulvine rispetto al picciolo e al rachide è la sostituzione delle fibre del floema con il collenchima e la riduzione o la completa sostituzione delle cellule del parenchima xilematico con elementi fibrosi vivi.[5] In molte specie, i movimenti delle foglie, che sono quasi orizzontali durante la stagione di crescita, possono portare a cambiamenti nella posizione o nei movimenti delle foglie.
Funzione Pulvínulos
L’eliotropismo è una risposta a uno stimolo di luce solare che si traduce in una deviazione reversibile della pianta. Il fatto che lo stimolo sia specificamente la radiazione solare distingue l’eliotropismo dal fototropismo.
Le piante che rispondono ai raggi solari con un orientamento delle foglie o di altri organi parallelo ai raggi incidenti, e quindi mirano a ricevere un minimo di raggi solari, sono dette paraeliotrope. Questo orientamento aiuta a ridurre l’assorbimento della luce in eccesso, abbassa la temperatura delle foglie e riduce l’evapotraspirazione. Nelle specie che mostrano entrambi i tipi di risposte eliotropiche in modi specifici in diversi momenti della giornata, il movimento pareliotropico si verifica principalmente intorno a mezzogiorno, quando l’intensità della luce è al suo massimo.
Sinonimo di Pulvínulo
La scoperta importante in questa indagine preliminare sulla possibilità che Ad Turres sia a Las Virtudes è il pulvino (un cilindro di circa due metri di altezza che veniva usato per finire i monumenti funerari associati a una città).
La scoperta è l’identificazione del pezzo che il gruppo di ricercatori a cui partecipa Víctor López-Menchero, risale al I secolo: “Non ha alcun uso, era un elemento ornamentale. Quello che faremo è scavare per vedere. È inchiodato a terra nell’eremo ed è probabile che l’altezza conservata sia maggiore di quella visibile”.
Meno rilevante per determinare che sotto Las Virtudes c’è una necropoli romana e forse una basilica visigota è stato il grifone. Un’altra scoperta circostanziale ma che punta nella stessa direzione.
Cosa è legato alle nictinastie?
Campo epigrafico incorniciato da un tacco di 2,5 cm, a sua volta circondato da una fascia di 2 cm. All’interno della fascia sul lato più lungo conservato, è stata incisa una linea incisa ad arco lunga 9,5 cm, che potrebbe essere la rappresentazione schematica del pulvino sinistro di una composizione che sarebbe simile al coronamento di altari funerari. Ci aspetteremmo quindi il frontone e l’altro pulvino a destra, nello stile di altri modelli tipologici come CILAE 77, 169 o 182.
Data: difficile da determinare a causa della natura frammentaria di ciò che è stato conservato e della scarsità e del deterioramento dell’iscrizione. Si può azzardare una data intorno al II secolo, con le dovute riserve, a causa della decorazione sulla modanatura.