Arco a sesto acuto
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L’arco a sesto acuto, detto anche arco a punta, è una tipologia estesa di archi composti da due segmenti d’arco che formano un angolo centrale alla chiave di volta.[1] È spesso usato come contrappunto geometrico all’arco a spicchi. L’arco a sesto acuto trasmette la spinta laterale meglio di un arco a tutto sesto, permettendo campate più aperte, muri più alti e un maggior senso di verticalità.
L’arco a punta o a sesto acuto ha archi circolari tangenti alle linee del contrafforte e tagliati a un vertice acuto. Nell’Europa del XII secolo, l’arco a sesto acuto non solo rappresenta un cambiamento estetico che rompe con il classicismo dell’arco semicircolare, tipico dell’architettura romana e romanica, ma è anche più efficiente, poiché grazie alla sua verticalità le pressioni laterali sono minori che nell’arco semicircolare, permettendo di superare spazi maggiori. È tipico dell’architettura gotica.
La sezione dell’arco a sesto acuto riproduce le nervature sempre più complesse del sistema gotico, che sono anche evidenti nelle modanature del pilastro stesso. Ha una forma a punta di freccia che, grazie alla sua forma verticale, permette di aumentare l’altezza dell’edificio.
Arco del carpanel
Lo scopo di un arco a sesto acuto, come tutti questi elementi strutturali, è di distribuire il peso di un tetto o di una sovrastruttura verso l’esterno, piuttosto che verso il basso. Questa struttura a contrafforti permette ai costruttori e agli architetti di fare affidamento su un minor numero di supporti come colonne o muri, e quindi di ottenere interni con più spazio. Per esempio, un singolo arco a tutto sesto può essere usato per una finestra o un muro, mentre un arco a sesto acuto può formare un intero corridoio.
L’arco a sesto acuto è molto bello da ammirare perché va di pari passo con elementi strutturali come le finestre, cioè fin dall’inizio ha permesso l’installazione di grandi finestre riducendo lo stress sui muri, una caratteristica importante in molte chiese e cattedrali caratteristiche dell’architettura gotica. Oggi, l’arco a sesto acuto può essere utilizzato anche per creare grandi ingressi e sostenere altri elementi strutturali fino a dieci piani di altezza.
Sebbene l’architettura gotica, come tutte le altre costruzioni, sia soggetta a certe regole di base della geometria ereditate dai romani, l’arco a sesto acuto libera gli elementi architettonici dal rigore razionale e li presta maggiormente alla spontaneità, e le costruzioni che ne risultano sono più ingegnose ma strutturalmente solide.
Archi a ferro di cavallo a punta
L’arco a sesto acuto non solo rappresenta un cambiamento estetico che rompe con il classicismo dell’arco semicircolare, tipico dell’architettura romana e romanica, ma è anche più efficiente, poiché grazie alla sua verticalità, le pressioni laterali sono minori che nell’arco semicircolare, permettendo di superare spazi maggiori.
All’arco a sesto acuto si danno diversi nomi, a seconda della proporzione tra la sua altezza e la sua luce: si chiama arco a tutto sesto quando i suoi centri sono alle partenze, arco a terzo punto quando, dividendo la sua larghezza in cinque parti, i centri sono alle estremità dei tre quinti centrali, e arco a quarto di punto se, dividendo questa larghezza in quattro, il centro è alle estremità dei due quarti inferiori.
Esempi di archi a punta
L’arco a sesto acuto non solo rappresenta un cambiamento estetico che rompe con il classicismo dell’arco semicircolare, tipico dell’architettura romana e romanica, ma è anche più efficiente, poiché grazie alla sua verticalità le pressioni laterali sono minori che nell’arco semicircolare, permettendo di superare spazi maggiori.
All’arco a sesto acuto si danno diversi nomi, a seconda della proporzione tra la sua altezza e la sua luce: si chiama arco a tutto sesto quando i suoi centri sono alle partenze, arco a terzo punto quando, dividendo la sua larghezza in cinque parti, i centri sono alle estremità dei tre quinti centrali, e arco a quarto di punto se, dividendo questa larghezza in quattro, il centro è alle estremità dei due quarti inferiori.